I lavoratori dipendenti del settore privato potranno fruire ancora a lungo dei benefici previsti per andare in pensione anticipata. Lo prevede – come riporta Il Sole 24 Ore – il Decreto Milleproroghe che ha ormai assunto le dimensioni di una legge finanziaria col passare degli anni. Allo scopo saranno stanziate nuove disponibilità finanziarie.

Allo scopo saranno stanziate nuove disponibilità finanziarie per favorire i contratti di espansione nelle aziende per lo scivolo pensione e per attivare i fondi di solidarietà nel settore credito. In questo ultimo caso il prepensionamento dovrebbe arrivare fino a 7 anni prima.

Prepensionamenti a partire da 62 anni di età

Sostanzialmente le modifiche intervenute in questi ultimi giorni consentirebbero la proroga dei contratti di espansione la cui scadenza è fissata per il 31 dicembre 2023. I dipendenti del settore privato e creditizio potranno anticipare l’uscita, a spese del datore di lavoro, fino a 5 anni prima. 7 anni per il comparto bancario e creditizio attivando i fondi di solidarietà.

Come noto, la legge prevede oggi che, rispetto al passato, la soglia dimensionale dell’azienda è abbassata a 50 dipendenti. Il che allarga decisamente la platea dei potenziali lavoratori beneficiari della pensione anticipata. Nello specifico, possono accedere allo scivolo pensione tutti i dipendenti del settore privato che abbiano stipulato contratti di espansione. Lo scivolo è concesso a partire dai 62 anni di età e dovrebbe valere fino al 2025.

Dal 2022 possono, però, accedervi anche le aziende con meno di 250 dipendenti e con più di 49. Per le Pmi, invece, è previsto un altro tipo di scivolo pubblico.

Modifica importante che consente alle aziende un più ampio ricambio generazionale della forza lavoro. Tale limite di organico aziendale può essere raggiunto anche come somma delle unità di più realtà aziendali nelle ipotesi di aggregazione di imprese con un’unica finalità produttiva o di servizi.

Come funziona la pensione anticipata

Ma come funziona la pensione anticipata? Per accedervi è necessario che il datore di lavoro raggiunga specifico accordo col governo.

Tale accordo, chiamato contratto di espansione, è stipulato fra azienda, Ministero del Lavoro e organizzazioni sindacali e deve contenere 4 condizioni fondamentali:

  • il numero dei lavoratori da assumere e l’indicazione dei relativi profili professionali compatibili con i piani di reindustrializzazione o riorganizzazione;
  • la programmazione temporale delle assunzioni;
  • l’indicazione della durata a tempo indeterminato dei contratti di lavoro, compreso il contratto di apprendistato professionalizzante;
  • relativamente alle professionalità in organico, la riduzione complessiva media dell’orario di lavoro e il numero dei lavoratori interessati, nonché il numero dei lavoratori che possono accedere allo scivolo pensionistico.

Ai lavoratori che accedono al contratto di espansione è riconosciuto un trattamento economico commisurato all’assegno pensionistico futuro a carico dell’azienda. L’indennità è quindi corrisposta fino al perfezionamento della prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia o anticipata.