Pensione a 62 anni senza tagli e riscatto gratis della laurea, ecco perché

Ecco come dovrebbe essere la pensione anticipata a 62 anni e perché c'è necessità di preparare il riscatto gratuito della laurea.
3 mesi fa
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Il tema delle pensioni continua a essere al centro del dibattito. Con la ripresa dei lavori parlamentari e legislativi dopo la pausa estiva, l’attenzione si concentrerà sulla consueta manovra di fine anno. L’appuntamento con la legge di Bilancio è imminente. E, in materia pensionistica, si tornerà presto a discutere di nuove misure e della riforma del sistema previdenziale. Tuttavia, le voci che circolano non sono incoraggianti. Poiché si parla solo di una Quota 41 per tutti, penalizzata dal calcolo contributivo della prestazione.

Non si prevede nessuna misura rivoluzionaria, come la pensione a 62 anni o altre forme di flessibilità.

Nei futuri incontri tra governo e parti sociali, questi temi torneranno al centro del dibattito, con i sindacati che, indipendentemente dal settore, continuano a manifestare disaccordo con le idee dell’esecutivo. Anche nel comparto scuola, per esempio, si riscontrano le stesse problematiche, come dimostrano le recenti dichiarazioni di Marcello Pacifico, leader dell’ANIEF.

Perché le nuove misure al vaglio non agevolano le uscite di chi svolge lavori troppo pesanti

Uno degli argomenti più discussi quando si parla di pensioni è senza dubbio la pesantezza dell’attività lavorativa. Esistono lavori e lavori: sebbene lavorare non sia mai facile, è evidente che ci sono attività più logoranti di altre. Per questo motivo, commissioni tecniche e pool di esperti dovrebbero valutare se un’attività lavorativa, a causa del suo elevato logorio, meriti un trattamento speciale e vantaggioso in termini di uscita anticipata dal lavoro.

Nel settore scolastico, l’ANIEF sostiene la necessità di considerare la gravità dell’attività lavorativa di chi deve costantemente interagire con giovani alunni, tra stress accumulato e sindrome di burnout. È vero che, per esempio, le maestre di asilo nido e gli educatori della scuola dell’infanzia hanno già accesso all’APE Sociale e alla Quota 41 per i precoci.

Nel 2023, anche i maestri delle elementari sono stati considerati gravosi, ma solo per un anno.

Tuttavia, sia l’APE Sociale che la Quota 41 per i precoci risultano insufficienti e poco utili per evitare di mantenere i lavoratori in servizio troppo a lungo.

Perché molte delle pensioni anticipate non sono utili

L’APE Sociale prevede 36 anni di contributi per i lavori gravosi. Mentre la Quota 41 per i precoci ne richiede 41. Con l’ulteriore requisito che almeno 12 mesi di contributi siano stati versati prima dei 19 anni di età. Questo rappresenta un problema per i lavoratori della scuola. Poiché il percorso di studi superiori solitamente si conclude a 19 anni, mentre quello universitario ben oltre i 23 anni.

Ciò significa che, nella migliore delle ipotesi, l’iscrizione alla previdenza, ovvero il primo lavoro con contributi, avviene tra i 25 e i 26 anni. Anche con un’attività lavorativa costante, i lavoratori completano i 41 anni di contributi a 66 o 67 anni.

Troppo tardi per considerare queste misure come vantaggiose o veramente anticipate. Va ricordato che a 67 anni si può andare in pensione con il trattamento di vecchiaia ordinario, che richiede solo 20 anni di contributi.

Ecco perché la riforma delle pensioni anticipate dovrebbe partire a 62 anni

Di conseguenza, anche la tanto discussa Quota 41 per tutti servirà a poco. Parlare di carriere lunghe 41 anni per andare in pensione (o anche di 36 anni per l’APE Sociale) contrasta con la necessità di evitare problemi di salute a chi svolge attività logoranti. Consentire il pensionamento anticipato per determinate carriere dovrebbe essere una logica conseguenza delle considerazioni sopra esposte.

Considerando che un insegnante inizia a lavorare dopo la laurea, è evidente che per completare 41 anni di contributi l’età di uscita diventa molto alta, spesso vicina ai 67 anni. Parlare di pensioni anticipate, quindi, sembra esagerato.

Da qui nasce la proposta dell’ANIEF, o meglio, la speranza di prevedere misure di pensionamento anticipato per il settore scolastico.

Tuttavia, questa proposta potrebbe essere estesa anche ad altre attività lavorative che presentano caratteristiche di logorio simili o superiori.

Riscatto gratuito della laurea e pensione a 62 anni

Si propone di concedere la possibilità di trasformare il periodo di studio universitario che ha portato alla laurea in periodi di contribuzione utili per la pensione. Il riscatto della laurea esiste già, ma dovrebbe essere reso gratuito, come avviene per il servizio militare. Anche il riscatto agevolato della laurea serve a poco, poiché costringe comunque i lavoratori a pagare per ottenere contributi utili per la pensione.

Il riscatto gratuito della laurea dovrebbe essere una questione di equità sociale, per favorire il pensionamento anticipato a 62 anni, che è l’altra proposta emersa recentemente. Equiparare, ad esempio, i lavoratori della scuola a quelli delle forze armate, consentendo il pensionamento anticipato a 62 anni senza penalizzazioni, sarebbe una soluzione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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