Pensione anticipata con invalidità al 75%, i quesiti dei nostri lettori:
1) Buongiorno, sono una signora con un invalidità del 75 % continuativa nel 2012 sono stata licenziata e percepisco solo l’assegno ordinario di invalidità, vorrei sapere se ci sono modi per andare in pensione con 21 di contributi più quelli aggiunti delle categorie protette in quanto assunta. Adesso ho anche tre ernie al disco che non riesco a camminare cosa posso fare. Aspetto una vs risposta grazie.
2) Sono un lavoratore 41 anni di contributi più 75% invalido quale pensione devo percepire o 57 anni di età.
Risposta
Analizziamo in questo articolo, tutte le possibili alternative di pensione anticipata e invalidità: APe Sociale, Assegno ordinario, pensione anticipata invalidità, maggiorazione contributiva categorie protette.
Pensione anticipata APE Sociale
L’INPS, ha pubblicato delle faq dove ha chiarito che l’assegno ordinario di invalidità è una pensione.
La legge di Bilancio 2017 all’articolo 1, comma 180, ha stabilito che l’ape sociale non spetta ai titolari di trattamento pensionistico diretto. Si conferma pertanto che l’APE sociale non può essere concessa al titolare di AOI in quanto i due trattamenti sono incompatibili. Resta fermo che, se il soggetto, prima della scadenza del triennio non conferma l’assegno o lo stesso viene revocato, il medesimo potrà, in presenza delle condizioni e dei requisiti richiesti, richiedere l’APE sociale.
Requisiti pensione anticipata Ape Sociale
L’APE sociale è una prestazione assistenziale erogata dall’INPS ai lavoratori che hanno raggiunto almeno 63 anni di età e che non siano titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.
La prestazione viene corrisposta fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata. L’importo dell’assegno pensionistico non può superare 1.500 euro, inoltre, non va né rivalutato né integrato al minimo.
Requisiti
I requisiti richiesti per poter accedere all’APE Sociale sono:
- almeno 63 anni di età;
- maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro i 3 anni e 7 mesi successivi all’inizio dell’Ape.
Inoltre, è necessario rientrare in una di queste 4 categorie di tutela:
- lavoratori disoccupati senza ammortizzatori sociali che hanno maturato almeno 30 anni di contributi;
- lavoratori disabili con una percentuale di invalidità del 74% e con almeno 30 anni di contributi;
- lavoratori con almeno 30 anni di contributi che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità (Caregiver);
lavoratori che hanno svolto lavoro faticoso e pesante e rientrano nelle “attività gravose”, il lavoro dovrà essere stato svolto per almeno 6 degli ultimi 7 anni e hanno almeno 36 anni di contributi
Assegno ordinario di invalidità
Hanno diritto all’assegno ordinario di invalidità (IO) i lavoratori dipendenti e autonomi, iscritti all’AGO, affetti da patologia fisica o mentale accertate dalla commissione medica Inps e non derivante da causa di servizio.
La patologia invalidante deve essere tale da provocare una riduzione permanente di 2/3 della capacità lavorativa.
L’assegno invalidità regolato dalla legge 222/1984 è una prestazione che può essere chiesta, solo dai lavoratori del settore privato e autonomi. Nel pubblico impiego è possibile essere dispensati dal servizio ed ottenere la pensione di inabilità per: mansione; per proficuo lavoro; per qualsiasi attività lavorativa.
L’assegno ordinario di invalidità non è una pensione definitiva. E’ riconosciuto per un periodo di 3 anni, ed è confermabile per periodi della stessa durata. Dopo 3 riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità è confermato definitivamente. L’assegno ordinario di invalidità viene concesso anche se si continua a lavorare.
Il lavoratore per poter fare domanda deve avere almeno cinque anni di anzianità contributiva, anche se non sono continuativi, di cui almeno tre devono essere stati versati nei cinque anni precedenti alla cessazione dal servizio.
Pensione anticipata di invalidità
Possono accedere alla pensione di invalidità i dipendenti del settore privato che hanno una percentuale invalidante non inferiore all’80% e i non vedenti. L’accertamento dell’invalidità deve essere effettuato dalla Commissione medica sanitaria Inps.
Possono accedere alla riduzione dell’età pensionabile i lavoratori:
- non vedenti con almeno 10 anni di contribuzione obbligatoria dopo l’insorgenza della cecità, con un requisito anagrafico per gli uomini di 55 anni e per le donna di 50 anni;
- lavoratori non vedenti, in tutti gli altri casi, richiesto un requisito anagrafico di 60 anni per gli uomini e 55 anni per le donne.
I requisiti devono essere adeguati all’aspettativa di vita, inoltre prevista una finestra con posticipo di un anno dopo il perfezionamento dei requisiti.
Oltre al requisito anagrafico è richiesto anche il requisito contributivo minimo di 20 anni.
La maggiorazione contributiva per i lavoratori invalidi
Per i lavoratori invalidi è riconosciuto un ulteriore beneficio con un’invalidità superiore al 74 per cento hanno diritto a due mesi di contribuzione figurativa per un massimo di 5 anni, utile sia al diritto sia alla misura per anzianità ai fini pensionistici.
Legge 104, invalidità e malattie, le nuove tabelle aggiornate
Conclusioni
In quest’articolo abbiamo esaminato tutte le possibili alternative, la pensione anticipata per invalidità richiede una percentuale dell’ 80%, i nostri lettori a questa non potranno accedere in quanto hanno un’invalidità del 75%.
Consigliamo di rivolgersi ad un patronato e verificare la loro posizione contributiva.
Se hai domande o dubbi, contattami: [email protected]
“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienze per la risposta, risponderemo a tutti”.