La Riforma pensione per il 2019 non prevede la proroga dell’Ape Sociale, molti i lavoratori che speravano in una possibile proroga, specialmente i caregiver, per i quali non è stata prevista nessuna agevolazione. Attraverso i miei articoli, cerco di dare voce ai miei lettori, raccontando la loro storia, cercando di dare un’informazione completa sulle varie misure in atto e d’attuare. Tante le criticità, consigliare per quanto possibile le varie soluzioni in vigore.

Pensione nona salvaguardia e Ape Sociale

Buongiorno Sig.ra Tortora, le scrivo per esporle la mia situazione previdenziale.
Ho maturato 1853 settimane di contribuzione previdenziale, di cui 416 settimane (8 mesi) come lavoratore subordinato. Sono nato il 2 maggio 1956. Avevo fatto domanda per l’ottava salvaguardia, domanda che mi è stata rifiutata in quanto il periodo contributivo-8anni- da lavoro subordinato non valeva ai fini del raggiungimento degli anni di contribuzione richiesti. Dal luglio 2010 ho cessato il mio rapporto da dipendente nel settore privato e dopo un’ultima breve attività di consulenza cessata nel novembre 2015 non sono purtroppo più riuscito a rioccuparmi. Spero in qualche misura tipo nona salvaguardia che però tenga conto di tutti i contributi da me versati o nel mantenimento dell’ape Social anche per il 2019. Mi auguro che la segnalazione della mia critica situazione possa essere di qualche aiuto a sensibilizzare i ns. Politici nel prendere iniziative a tutela di posizioni quali la mia che altrimenti sarebbero ancora per molti anni senza alcuna tutela. La ringrazio per l’attenzione. Cordialmente.

Risposta

Con la nuova riforma pensione Quota 100, lei non rientra in quanto i requisiti richiesti sono 62 anni di età e 38 anni di contributi, con un minimo di 2 anni di contributi figurativi.

L’Ape Sociale, dalle ultime indiscrezioni, non verrà prorogata per il 2019, quindi terminerà il 31 dicembre 2018. Lei, comunque, può fare richiesta per il 2019 dell’APE Volontario, che prevede un requisito per età di 63 anni e un minimo di 20 anni di contributi versati.
Un’altra misura è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata – RITA, ma non è per tutti, in quanto richiede un minimo di cinque anni di contributi versati in un Fondo pensione integrativa. La Rita permette di anticipare l’età pensionistica di cinque anni dall’età pensionistica per i lavoratori e 10 anni per i disoccupati di lunga durata, in pratica si accede alla pensione anche a 58 anni.

Per maggiori informazioni, le lascio qui un articolo di riferimento, con tutte le alternative: Pensione con 20 anni di contributi, quali alternative

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