Non hai ancora centrato l’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia o non hai completato i 20 anni di contributi utili a questa pensione? Non hai raggiunto i requisiti per la pensione anticipata? E se la tua attività lavorativa cessa, come si fa?

Domande che oggi, più che mai, si pongono numerosissimi lavoratori. Parliamo di soggetti che potrebbero trovarsi in una situazione di grave difficoltà. Senza lavoro, infatti, non si può completare la carriera contributiva utile per andare in pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 67 anni di età.

Molti commercianti, titolari di bar, piccoli negozi, botteghe e simili, oggi si trovano in questa condizione. A causa di diversi fattori, le loro attività chiudono. Considerando che solo a 67 anni si può chiedere all’INPS l’assegno sociale (ex pensione sociale), è evidente che si tratta di persone in difficoltà. Ma una soluzione c’è: l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

“Gentili esperti, vi chiedo di darmi una mano visto che vivo un momento davvero difficile. Sono titolare di un piccolo alimentari ma ormai sto per chiudere. La crisi economica, le troppe tasse e l’apertura di centri commerciali e grandi supermercati mi hanno rovinato. Il problema è che ho 63 anni di età e solo 19 anni di contributi versati. In pratica, non ci sono possibilità di andare in pensione. Sono giovane pure per l’assegno sociale e quindi, secondo lo Stato, cosa dovrei fare? Trovare un altro lavoro è improponibile alla mia età. Chi vuoi che mi prenda? Cosa posso fare? L’Assegno di Inclusione presumo non mi spetti visto che ho un ISEE 2024 superiore a 10.000 euro. Grazie mille per il vostro aiuto, se potete darmelo.”

Pensione anticipata per chi non ha raggiunto ancora i 67 anni di età e i 20 di contributi: ecco a chi si rivolge l’indennizzo INPS

L’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale è ciò che l’INPS concede a soggetti in una situazione particolare, come quella del nostro lettore.

I contribuenti che devono chiudere la loro attività e cessano di lavorare senza aver ancora raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia, se svolgono un lavoro specifico, possono godere di questa indennità mensile che somiglia tanto a una vera e propria pensione.

Esiste, infatti, il cosiddetto indennizzo commercianti, nato nel 1996 con il DL numero 207 del 28 marzo di quell’anno e che dal 2019 è misura strutturale del sistema pensionistico e assistenziale italiano. La misura concede al titolare di un’attività commerciale cessata un’indennità pari a 598,61 euro al mese, un importo esattamente pari al trattamento minimo delle pensioni INPS per l’anno 2024.

Come godere di 598,61 euro al mese di indennità al posto della pensione anticipata

La misura si rivolge al titolare dell’attività cessata, ma anche ai coadiutori di attività. Questo vale per commercianti al minuto, esercenti l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, sia in sede fissa che mobile su aree pubbliche, e perfino per rappresentanti e agenti di commercio. Per avere diritto al trattamento, bisogna aver raggiunto i 62 anni di età, mentre per le donne la possibilità parte da 57 anni.

È fondamentale l’anzianità di iscrizione. Partendo a ritroso dalla data di cessazione dell’attività, l’interessato o l’interessata devono risultare iscritti come titolari o coadiutori dell’attività cessata da non meno di 5 anni. Un altro requisito determinante per ottenere l’indennizzo è che, oltre a cessare l’attività, bisogna riconsegnare al Comune la relativa licenza commerciale.

Infine, è necessaria la cancellazione dal Registro delle Imprese, dalla Camera di Commercio o dal REA (Repertorio Economico Amministrativo). Il tempo trascorso fruendo dell’indennizzo può essere utilizzato per completare i requisiti utili al raggiungimento del diritto alla pensione, ma non vale per il calcolo della futura pensione anticipata o di vecchiaia.

Compatibilità, incompatibilità e chiarimenti sulla misura

Come qualsiasi altra indennità, ammortizzatore sociale o sussidio, l’indennizzo ai commercianti non è compatibile con qualsiasi altra attività lavorativa, sia subordinata che autonoma. L’indennità cessa nel momento in cui l’interessato riprende qualsiasi attività lavorativa, e su di esso ricade l’obbligo di comunicare all’INPS la ripresa del lavoro entro 30 giorni dalla data di nuova attivazione lavorativa. La prestazione, ove possibile, è compatibile con pensioni percepite o con l’assegno sociale.

Tuttavia, l’assegno sociale, essendo una misura basata sui redditi del diretto interessato ed eventualmente del coniuge, integra il reddito fino a 534,41 euro al mese (soglia assegno sociale 2024). È evidente che, percependo l’indennizzo commercianti, l’assegno sociale decade, essendo l’importo dell’indennizzo superiore a quello dell’assegno sociale.