Buongiorno 

Sono una donna nata ad aprile 1959.
Ho iniziato a lavorare in novembre del 1976 a 17 e mezzo e non ho più smesso sino all’8 dicembre del 2016 quando la ditta ha chiuso e licenziato tutti.
Solo nel corso del 1992 sono rimasta a casa in aspettativa per 6 mesi perché il mio figlio più grande era gravemente ammalato.
Ora sto percependo la Naspi (fino al 16 dicembre 2018) quando avrò maturato 41 anni e 7 mesi.
Secondo lei posso richiedere all’Inps di andare in pensione anticipata (con 41 e 10 mesi ) pagando i tre mesi mancanti?
Oppure devo andare come precoce lasciando trascorrere i tre mesi senza ammortizzatori sociali e quindi a marzo 2019?
Grazie anticipate della gentile risposta che vorrà  darmi.
Cordiali saluti.

Prima di rispondere al suo quesito principale le consiglio, se non lo ha già fatto, di recarsi presso un patronato per fare eseguire un calcolo dei suoi contributi per vedere se è in possesso di contributi figurativi che è possibile riscattare.

A tal riguardo apro e chiudo una parentesi.

Contributi da riscatto

Lei, nel suo quesito, infatti, mi parla di un figlio “più grande” e da questo capisco che deve avere più di un figlio.

Sono riscattabili, a domanda, i periodi corrispondenti all’astensione facoltativa, anche per periodi relativi a maternità che si è verificata al di fuori di un rapporto di lavoro, a prescindere dal periodo in cui si è verificato l’evento e dalla circostanza che lo stesso si sia verificato prima o dopo un rapporto di lavoro.

La domanda deve essere presentata alla sede Inps territorialmente competente, unitamente ad autocertificazione attestante tutti i dati da cui si possano desumere maternità, paternità e data di nascita del bambino.

Pensione anticipata o quota 41 precoci?

Tornando al suo quesito principale. In ogni caso lei finirebbe la Naspi il 16 dicembre 2018, e anche volendo riscattare i contributi volontari mancanti dovrebbe pagare e aspettare che l’Inps accetti tali pagamenti.

Dal 1 gennaio 2019, come certamente saprà,  ci sarà l’aumento dell’età pensionabile per l’adeguamento all’aspettativa di vita Istat che porterà la pensione anticipata per le donne a 42 anni e 3 mesi. In questo caso i mesi di contributi volontari che dovrebbe riscattare sarebbero 8 e non 3 come da lei calcolato.

E’ pur vero che l’aumento toccherebbe anche la quota 41 portando i requisiti dagli attuali 41 anni a 41 anni e 5 mesi, ma con i suoi 41 anni e 7 mesi di contributi rientrerebbe in quanto richiesto senza dover versare nulla. A questo punto deve essere lei a valutare se le conviene, a parità di trattamento pensionistico, versare 8 mesi di contributi volontari o attendere i 3 mesi senza percepire Naspi e pensione.

Per dubbi e domande contattami: [email protected]