Per la riforma del sistema ci sarà da aspettare. Perché la crisi di Governo prima e il necessario cambiamento a Palazzo Chigi hanno allungato i tempi. Il che, in un contesto sociale estremamente mutevole, ha finito per dilatare all’infinito i tempi del rinnovamento atteso, a vantaggio di temi ritenuti più urgenti. Non che il meccanismo previdenziale non lo fosse ma, a fronte di un caro bollette sempre più impellente e il passo indietro del Governo Draghi, la graduatoria delle priorità ha visto un avvicendamento in vetta.

In attesa che venga definito il nuovo corso, bisognerà accontentarsi. Probabilmente di qualche proroga, anche se non è chiaro quale sarà l’immediato futuro di Quota 102 (la misura pensionistica attualmente in vigore), almeno per quanto riguarda i metodi di pensionamento anticipato. Nel frattempo, però, qualche novità si segnala anche sul fronte previdenziale. Almeno per quanto riguarda alcune delle formule previste per il pensionamento, le quali richiedono un documento essenziale come la certificazione Inps obbligatoria per il rilascio del trattamento, utile per la verifica del diritto acquisito, da parte del contribuente, dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro.

Pensione, la certificazione Inps

Un documento che, come intuibile, riguarda alcuni strumenti previdenziali che consentono la pensione anticipata, quali l’Ape Sociale. Ossia, un nutrito ventaglio di potenziali fruitori che intendono attivare un prepensionamento, concesso però attraverso la certificazione che attesta l’effettiva esistenza del diritto in questione. Per questo risulta fondamentale innanzitutto capire che fine farà il provvedimento di pensionamento anticipato. Attualmente in bilico vista la proroga già ottenuta a inizio 2022 e orami prossima alla scadenza. Il piano provvisorio dovrebbe prevedere un’ulteriore dilazione dei termini, forse fino alla fine del prossimo anno. Più o meno lo stesso discorso che si sta facendo su Quota 102, anche se con qualche differenza. Questa, infatti, rappresenta la misura principale attualmente in vigore, mentre Ape Sociale, così come Opzione Donna, fa parte del novero dei pensionamenti anticipati.

Per quel che riguarda la certificazione, però, la priorità dovrà essere necessariamente concessa, anche perché si tratta di un passaggio precedente alla richiesta di pensione.

Il rischio dello slittamento

La procedura è standard: il lavoratore richiede il documento di prepensionamento come passaggio per la richiesta di rilascio del trattamento spettante. Il percorso dovrà essere effettuato seguendo le regole disposte, al fine di evitare possibili difetti di forma in grado di pregiudicare il buon esito della richiesta. In alcuni casi, è possibile che il pensionando debba richiedere due volte la certificazione di diritto alla pensione, qualora dovessero mancare delle condizioni specifiche secondo normativa. Il rischio principale, legato alla riforma attesa del sistema pensionistico, riguarda la possibilità che vi siano cambiamenti in corsa. La certificazione Inps prevede il rilascio della prestazione in questione solo in presenza dei requisiti richiesti, esattamente come avviene per Quota 41 (destinata ai lavori usuranti). In questo senso, la richiesta del documento è propedeutico alla domanda stessa di pensione. E, per il suo rilascio, si richiede una tempistica di circa tre mesi nei casi migliori. Qualora, per qualsiasi ragione, il richiedente volesse posticipare l’ottenimento del documento, sarebbe tenuto a presentare nuovamente la propria istanza, rischiando quindi di incorrere in modifiche circa l’acquisizione del diritto già precedentemente maturato. I sostanza, ritrovandosi senza i requisiti base.