Pensione dal 2025 al 2028 poi si cambia di nuovo ed è una carneficina

Requisiti pensione bloccati fino al 2028 per mancata crescita dell’aspettativa di vita. Riprenderà a salire dal 2029.
3 mesi fa
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Buone notizie per i lavoratori: fino al 2028 i requisiti per la pensione non cambieranno e l’età resterà bloccata a 67 anni. Lo dice l’Istat analizzando i dati demografici della popolazione italiana. Ma lo conferma anche il governo con la Nota di Aggiornamento al Rapporto n. 24 “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Manca solo l’ufficialità del Mef, ma arriverà.

Questa buona notizia sui requisiti pensione è accompagnata da un’altra non tanto buona, però.

L’aspettativa di vita della popolazione italiana è ferma. E siccome, dopo la riforma Fornero del 2012, l’età pensionabile è legata direttamente a questo parametro, non si sa bene cosa sia meglio o peggio. C’è anche da dire che gli effetti della pandemia del 2020-2021 hanno lasciato una scia di morti premature alle spalle da far scendere l’etè media nazionale. Per cui ci vorrà del tempo prima che la crescita si normalizzi, anche perché siamo uno dei Paesi più vecchi del mondo.

Età della Pensione e aspettativa di vita: un binomio sempre più stretto

Ma come funziona esattamente il meccanismo dei requisiti pensione agganciato alla speranza di vita? In base alla normativa prevista dalla legge di bilancio 2012 (riforma Fornero) l’età della pensione viene stabilita ogni 2 anni sulla scorta alla variazione Istat sulla longevità della popolazione italiana.

L’età pensionabile e l’aspettativa di vita sono, quindi, due concetti profondamente interconnessi. E al centro di un dibattito sempre più attuale, sia in Italia che nel resto del mondo. Grazie ai progressi della medicina e a migliori condizioni di vita, l’aspettativa di vita media si è notevolmente allungata negli ultimi decenni. Questo, se da un lato è positivo per la popolazione, dall’altro è negativo per il sistema pensionistico, obbligato a corrispondere rendite pubbliche per più tempo rispetto alle previsioni.

Così, di fronte a una popolazione che vive più a lungo e per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici, molti Paesi hanno introdotto meccanismi di adeguamento dell’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita. Il che implica dover lavorare più tempo o, quanto meno, attendere più anni prima di ottenere la pensione. Un dramma per i giovani di oggi le cui aspettative di pensione sono a 70 anni.

Requisiti pensione fino al 2028

Se il Mef confermerà la sospensione dell’adeguamento dell’età pensionabile per altri due anni, fino al 2028 si continuerà ad andare in pensione a 67 anni di età. Per uomini e donne. In questo senso non subiranno variazioni nemmeno le pensioni anticipate basate sul solo requisito contributivo a 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne). Dal 2029, invece, l’asticella tornerà a salire: 67 anni e 1 mese per le pensioni di vecchiaia e 1 mesi di contributi in più per quelle anticipate.

A cascata non subiranno variazioni nemmeno i requisiti pensione richiesti per coloro che svolgono lavori usuranti per i quali la pensione scatta di diritto a partire da 61 anni e 7 mesi di età. Così come per i lavoratori precoci il cui requisito minimo contributivo è fissato a 41 anni. Ma non solo.

Il congelamento del requisito anagrafico per le pensioni di vecchiaia e anticipate influisce indirettamente anche sule altre prestazioni. Come, ad esempio, Ape Sociale o Quota100, 102 e 103. Il pagamento di queste prestazioni è infatti temporaneo. E diventa definitivo, con cambiamento degli importi dell’assegno, solo al raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria o anticipata.

Riassumendo…

  • L’età della pensione di vecchiaia resterà bloccata a 67 anni fino al 2028
  • Fermi anche i requisiti pensione previsti per la pensione anticipata coi soli limiti contributivi.
  • Il congelamento dell’età influisce anche sulle altre prestazioni.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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