Nel nostro sistema pensionistico esistono molte misure di pensionamento. In genere, le pensioni presso l’Assicurazione Obbligatoria si distinguono in due grandi aree. Ci sono le pensioni ordinarie, che rappresentano il pilastro del sistema e che tutti i lavoratori possono sfruttare indistintamente. Poi ci sono le misure in deroga, varate spesso per un determinato periodo di tempo e frequentemente corrette e modificate di anno in anno.

Queste misure hanno requisiti più favorevoli, ma anche più stringenti, e sono destinate solo a poche categorie di lavoratori.

Quando è il momento di andare in pensione o di organizzare l’uscita per la quiescenza, i lavoratori guardano generalmente alle due misure ordinarie. Le misure in deroga, infatti, non sono accessibili a tutti.

Pensione di vecchiaia o pensione anticipata: ecco cosa cambia

Come dicevamo, ci sono sostanzialmente due misure ordinarie di pensionamento: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata. La natura delle due prestazioni è completamente differente. La pensione di vecchiaia spetta a chi raggiunge la cosiddetta età pensionabile, che nel 2024 e anche l’anno prossimo è pari a 67 anni. Questo vale indipendentemente dal genere, poiché l’età pensionabile è stata allineata tra uomini e donne, senza distinzioni basate sul lavoro svolto.

Perché incide la data di iscrizione alla previdenza obbligatoria

Per ottenere la pensione di vecchiaia, oltre all’età giusta, bisogna aver versato almeno 20 anni di contributi. Chi non ha raggiunto questa carriera contributiva non ha diritto alla pensione di vecchiaia. Se il primo versamento contributivo è successivo al 31 dicembre 1995, la pensione di vecchiaia a 67 anni di età e con 20 anni di contributi si ottiene solo se l’importo della prestazione è almeno pari all’assegno sociale (nel 2024 pari a 534,41 euro al mese).

Altrimenti, la pensione slitta a 71 anni, quando bastano anche solo 5 anni di versamenti. Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, questa possibilità non esiste.

Pertanto, senza i 20 anni di versamenti, anche a 67 anni o oltre, la pensione non può essere percepita.

Anche la quiescenza di vecchiaia si può anticipare

La pensione di vecchiaia per le donne può arrivare a 66 anni di età, sempre con 20 anni di contributi, ma dipende dal numero di figli avuti. C’è la possibilità di ottenere uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi per chi ha avuto 3 o più figli. Per gli addetti a mansioni gravose o usuranti, la pensione di vecchiaia si può ottenere a 66 anni e 7 mesi di età, ma solo se sono stati versati almeno 30 anni di contributi effettivi, senza considerare i contributi figurativi.

Le pensioni anticipate e quelle di vecchiaia sono diverse

Le pensioni anticipate hanno sostituito le pensioni di anzianità valide prima della riforma Fornero. Sono una prestazione che si può ottenere senza alcun limite di età una volta raggiunta la giusta carriera contributiva. Basta arrivare a 42,10 anni di contributi per gli uomini o a 41,10 anni per le donne.

Per la decorrenza del trattamento vale il meccanismo a finestra, che impone di attendere tre mesi dalla data di maturazione del requisito contributivo per poter accedere al primo rateo di pensione. Dei 42,10 o 41,10 anni di contributi, rispettivamente per uomini e donne, 35 devono essere effettivi da lavoro, escludendo i contributi figurativi da disoccupazione o malattia.

Per i contributivi puri alcuni vantaggi esistono

Sempre di pensione anticipata si tratta, ma con struttura diversa, per i contributivi puri, ossia quei lavoratori il cui primo accredito di contributi e prima iscrizione alla previdenza è successivo al 31 dicembre 1995. In questo caso bisogna aver compiuto almeno 64 anni di età, indipendentemente dal genere o dal lavoro svolto, e avere almeno 20 anni di contributi versati. La prestazione deve essere di un importo particolare, pari almeno a 3 volte l’assegno sociale, ossia circa 1.603 euro al mese.

Per le donne con un solo figlio, il limite scende a circa 1.496 euro al mese, poiché la pensione deve essere almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Per chi ha avuto due o più figli, l’importo minimo è di circa 1.389 euro al mese, pari a 2,6 volte l’assegno sociale.

Da 64 a 67 anni: anticipo sull’età e vantaggi sul calcolo della pensione

Anche in questo caso vale la regola dello sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto per le lavoratrici. La pensione anticipata contributiva può essere presa già a 63 anni dalle donne che hanno avuto 3 o più figli, a 63 anni e 4 mesi per chi ha avuto due figli, o a 63 anni e 8 mesi per chi ne ha avuto solo uno.

In alternativa, le lavoratrici possono scegliere un calcolo della pensione più vantaggioso. Sia per la pensione di vecchiaia a 67 anni sia per le anticipate contributive a 64 anni, la lavoratrice può scegliere di anticipare l’uscita. O di farsi calcolare il trattamento con un coefficiente di trasformazione migliore. Chi esce a 64 anni può godere di un calcolo come se fosse uscita a 65 o 66 anni. Chi esce a 67 anni può godere di un calcolo come se fosse andata in pensione a 68 o 69 anni.