L’età pensione docenti aumenta sempre più. Ad evidenziarlo è il simulatore Pensami, come aggiornato di recente dall’INPS.

Oggi, un trentenne che inizia la sua carriera professionale potrebbe aspettarsi di andare in pensione intorno ai 70 anni. Questo è il dato che emerge dalle previsioni fornite dal citato simulatore Inps sulla pensione futura, disponibile sul sito dell’istituto di previdenza. Tuttavia, ci sono condizioni particolari che potrebbero estendere ulteriormente l’età pensionabile.

Il simulatore Pensami: di cosa di conto l’aggiornamento

Prima di illustrare gli ultimi effetti sull’età pensione docenti, è doveroso dire che lo strumento di simulazione pensione, denominato “Pensami”, è stato, di recente, aggiornato per riflettere gli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita, basandosi sullo scenario demografico mediano Istat del 2022.

Secondo le proiezioni, se un lavoratore non avrà versato contributi per almeno 20 anni o non avrà maturato un assegno pensionistico pari almeno a tre volte l’importo dell’assegno sociale del 2024, ossia 1.603,23 euro mensili, l’età pensionabile potrebbe salire addirittura a 74 anni.

Per chi ha iniziato a lavorare nel 2022 e ha accumulato almeno 20 anni di contributi, la pensione di vecchiaia si raggiungerà a 69 anni e 10 mesi. Questo aggiornamento, spiega l’Inps, è stato effettuato in linea con le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario, elaborate dalla Ragioneria Generale dello Stato e pubblicate nel dicembre 2023 sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Età pensione docenti: la situazione nel settore scolastico

Il rischio di un ritorno alla piena applicazione della Legge Fornero (Legge n. 92/2012) senza deroghe specifiche ha sollevato numerose critiche, soprattutto da parte dei sindacati del settore scolastico. Questi sostengono che il prolungamento dell’età lavorativa fino a quasi 70 anni sia insostenibile, specialmente per gli insegnanti, che sono soggetti a un rischio burnout particolarmente elevato.

Per evitare il continuo incremento dell’età pensione docenti, i sindacati chiedono che venga riconosciuto il burnout (stress psico-fisico) per chi lavora nelle scuole e che venga istituita una finestra specifica per il pensionamento anticipato senza penalizzazioni.

Essi propongono che gli insegnanti possano andare in pensione a 62-63 anni, con il riconoscimento gratuito degli anni di formazione universitaria e delle specializzazioni. Questa misura, secondo i sindacati, sarebbe fondamentale per preservare la qualità dell’insegnamento e per evitare che il personale scolastico subisca un eccessivo stress lavorativo.

L’impatto delle nuove regole pensionistiche

L’adeguamento alle nuove regole pensionistiche rappresenta un cambiamento significativo che potrebbe avere impatti profondi su vari settori, in particolare sull’istruzione e sull’età pensione docenti.

L’invecchiamento della classe docente è una questione critica, poiché la qualità dell’insegnamento può risentire del prolungato servizio fino a età avanzata. Il burnout tra gli insegnanti è un problema riconosciuto e l’attuale sistema pensionistico potrebbe aggravarlo ulteriormente.

Gli insegnanti che devono interagire quotidianamente con gli studenti, gestire classi e affrontare le sfide educative moderne necessitano di una condizione fisica e mentale ottimale. La prospettiva di lavorare fino a quasi 70 anni senza la possibilità di un pensionamento anticipato è percepita come ingiusta e insostenibile. Le richieste dei sindacati per una finestra di pensionamento anticipato senza penalizzazioni riflettono la necessità di riconoscere le specificità del lavoro scolastico e di adattare le regole pensionistiche di conseguenza.

Età pensione docenti: conclusione

Le nuove proiezioni fornite dal simulatore Inps “Pensami – Pensione a misura” indicano che chi inizia a lavorare oggi potrebbe andare in pensione intorno ai 70 anni, con alcune eccezioni che potrebbero spostare l’età pensionabile a 74 anni. La situazione è particolarmente critica nel settore scolastico, dove il rischio di burnout è elevato. I sindacati chiedono un riconoscimento specifico per gli insegnanti, inclusa una finestra per il pensionamento anticipato senza penalizzazioni.

Adattare le politiche pensionistiche alle esigenze specifiche dei vari settori è fondamentale per garantire il benessere dei lavoratori e la qualità del servizio offerto.

Per gli insegnanti e, quindi, per contenere l’età pensione docenti, in particolare, è essenziale riconoscere l’impatto del burnout e creare condizioni che permettano di mantenere un alto livello di insegnamento senza sacrificare la salute e il benessere degli educatori.

Riassumendo…

  • un trentenne di oggi andrà in pensione intorno ai 70 anni
  • il simulatore Inps “Pensami” prevede pensionamento a 74 anni senza 20 anni di contributi
  • pensionamento a 69 anni e 10 mesi per chi ha iniziato a lavorare nel 2022
  • sindacati criticano il ritorno alla piena Legge Fornero senza deroghe specifiche
  • richiesta di pensionamento anticipato per insegnanti a 62-63 anni senza penalizzazioni
  • per l’età pensione docenti si chiede di riconoscere burnout e condizioni di lavoro particolari nel settore scolastico è essenziale.