Una delle misure più discusse e discutibili che il Governo ha varato nel 2023 è senza dubbio Opzione Donna. Parliamo naturalmente della proroga 2023 della pensione con regime agevolato per le lavoratrici. La misura infatti doveva cessare il 31 dicembre 2022 e invece è stata prorogata per un altro anno dal Governo. C’è però un vincolo particolare di questa misura che rischia di renderla poco fruibile a molte lavoratrici nonostante si trovino ad aver completato i requisiti di accesso. Il vincolo riguarda la data di maturazione di due requisiti necessari per poter accedere a Opzione Donna.

Vincoli non derogabili e che tagliano fuori parecchie beneficiarie, come vedremo. Una di queste è la nostra lettrice che ci scrive:

“Buonasera, volevo chiedervi se secondo voi posso andare in pensione grazie a Opzione Donna nel 2023. Ve lo chiedo dal momento che ho appena completato i 35 anni di contributi versati utili alla misura. Volevo vedere se avendo 61 anni di età potevo sfruttare questa misura dal momento che il Governo ha prorogato tutto fino al 31 dicembre 2023. Secondo voi ci sono delle possibilità?”

Pensione donne a 60 anni ok, ma c’è un vincolo non derogabile da rispettare

La misura che ha puntato la nostra lettrice effettivamente è valida anche nel 2023, pur se rispetto al passato ha subito un restyling con profonde limitazioni. Il governo Meloni ha, infatti, rinnovato Opzione Donna per un altro anno. Ciò grazie alla sua prima legge di stabilità e probabilmente arriverà anche un nuovo rinnovo per il 2024. In attesa delle novità con la nuova Legge di bilancio però bisogna sottolineare alcuni aspetti che rendono la misura spesso non fruibile dalle lavoratrici e quindi non fruibile nemmeno dalla nostra lettrice. Per lei il fattore determinante che la porta fuori dal perimetro di Opzione Donna è il fatto che la misura prevede che i requisiti anagrafici e contributivi necessari debbano essere completati entro la fine dell’anno precedente a quello in cui si decide di andare in pensione.

La data di maturazione dei requisiti è fondamentale per la pensione

In pratica l’unico requisito della nostra lettrice che può dirsi centrato perfettamente è quello dell’età anagrafica. Età che lei centra nei termini previsti dalla normativa avendo oggi 61 anni. E quindi avendo completato i 60 anni di età già entro la fine del 2022. Purtroppo però completa i 35 anni di contributi necessari al requisito del lavoro, solo quest’anno. L’età contributiva è importante come quella anagrafica. E quindi Opzione Donna per lei non è fruibile.

Quando vanno completati i requisiti di Opzione Donna? Ecco la verità che spesso poche considerano

Sia nella vecchia versione di Opzione Donna, quella dedicata alle lavoratrici dipendenti a partire da 58 anni di età e alle lavoratrici autonome a partire dai 59 anni di età che nella nuova versione che come vedremo è molto limitata, i requisiti vanno centrati sempre entro l’anno precedente quello del pensionamento. Quest’anno infatti possono accedere a Opzione Donna coloro che hanno completato i 60 anni di età e i 35 anni di contributi versati entro la fine del 2022. Ma solo se allo stesso tempo la lavoratrice rientra in alcune determinate categorie. La misura quest’anno riguarda solo invalide, caregivers, licenziate o alle prese con aziende con tavoli di crisi avviati.

Opzione donna, anche i figli avuti contano

A dire il vero esiste anche una particolarità da non sottovalutare per la nuova versione di Opzione Donna. Infatti molto cambia in base ai figli avuti. Per esempio, invalide e caregivers possono accedere a Opzione Donna se entro la fine del 2022 hanno completato insieme ai 35 anni di versamenti contributivi, solo 58 anni di età. Ma solo se hanno avuto due o più figli (con un solo figlio uscita a 59 anni). La stessa età che possono sfruttare come vincolo di uscita le licenziate e le dipendenti di aziende in crisi a cui non è richiesto di completare i 60 anni.