Per chi è nato nel 1968, la possibilità di andare in pensione entro il 2024 può apparire remota, e non ci sono dubbi al riguardo. Tuttavia, esistono alcune opzioni che permettono di ritirarsi molto prima di quanto le regole ordinarie prevedano, soprattutto in relazione all’età. Chi è nato nel 1968, infatti, nel 2024 avrà “solo” 56 anni.

È importante sottolineare che già nel 2024 esiste la possibilità per alcuni contribuenti nati in quell’anno di andare in pensione. Benché il primo pagamento della pensione possa essere ricevuto solo nel 2025, l’uscita dal lavoro è permessa già quest’anno.

Una finestra di 12 mesi posticipa l’incasso della prima pensione, ma l’uscita dal lavoro a 56 anni è possibile per chi ha almeno 20 anni di contributi. Si tratta di una misura che consente un pensionamento nettamente anticipato, anche senza una lunga carriera contributiva.

In pensione i nati nel 1968, ecco l’alternativa con pochi contributi a Quota 41 o Quota 103

“Sono Michela e vorrei fare una domanda sulla pensione di invalidità che le donne possono richiedere al compimento dei 56 anni. Nata il 10 giugno 1968, sono interessata a questa misura, poiché raggiungo l’età adatta e ho già maturato 20 anni di contributi. Desidero sapere quali tipi di invalidità sono richiesti e come fare per ottenerla. Grazie per il vostro aiuto.”

Come già accennato, esiste una pensione di vecchiaia con invalidità specifica che si distingue per alcuni requisiti specifici. Non basta essere invalidi civili; la misura favorisce le donne, permettendo loro di ritirarsi già a 56 anni, a fronte dei 61 anni richiesti per gli uomini, con un minimo di 20 anni di contributi e una invalidità civile riconosciuta almeno all’80%. Questa pensione anticipa l’età pensionabile rispetto alle normali pensioni di vecchiaia, che prevedono 67 anni di età e 20 anni di contribuzione.

Le tante misure di pensionamento anticipato che sono però meno favorevoli

Le pensioni anticipate ordinarie richiedono 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 per le donne, indipendentemente dall’età.

È teoricamente possibile ritirarsi anche a 56 anni, ma ciò richiederebbe di avere iniziato a lavorare a 14 o 15 anni. Queste misure enfatizzano una lunga carriera contributiva come fattore discriminante. In confronto, la pensione con invalidità pensionabile non impone tale requisito, e anche per la Quota 41 per i lavoratori precoci, il requisito rimane di 41 anni di contributi senza limiti di età, mentre la Quota 103 stabilisce un’età minima di 62 anni.

Per le donne meglio l’invalidità specifica che quella generica per andare prima in pensione

La pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile offre alle donne un vantaggio significativo, permettendo un’uscita anticipata rispetto all’Opzione donna, che prevede il pensionamento solo a partire dai 61 anni, o a 59 o 60 anni in determinate circostanze. La pensione con invalidità pensionabile, inoltre, richiede 35 anni di carriera contributiva, presentando termini migliori sia in termini di età di uscita che di contribuzione.

Invalidità specifica e invalidità civile, da Opzione donna alla vecchiaia anticipata per la pensione dei nati nel 1968

Le donne possono accedere alla pensione sia tramite Opzione donna, che richiede una invalidità civile del 74%, sia tramite la pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile, che richiede una invalidità del 80%. L’invalidità pensionabile è specifica per le caratteristiche del lavoratore e richiede che la riduzione della capacità lavorativa sia non inferiore all’80%, legata specificamente al tipo di lavoro svolto durante la maggior parte della carriera. Questo tipo di invalidità permette un pensionamento anticipato non basato sull’invalidità civile generica, ma su una condizione specifica che impedisce di continuare l’attività lavorativa abituale.