La pensione di vecchiaia a 67 anni di età nel 2024 sarà ancora la misura principale che il sistema previdenziale italiano offrirà ai lavoratori. Anche nel 2024 l’età pensionabile resta fissata a 67 anni. Si tratta della misura che ha la carriera contributiva più bassa da raggiungere per poter accedere alla prestazione pensionistica.

Infatti a 67 anni di età possono uscire i lavoratori che hanno almeno 20 anni di contributi versati. C’è però chi, anche se bassa, non raggiunge lo stesso questa carriera contributiva. Ma anche in quel caso alcune soluzioni esistono.

C’è un modo, dunque, per accedere alla pensione, anche nel 2024, con solo 15 anni di contributi.

“Buongiorno, sono Daniela e sono una ex lavoratrice di un salumificio che ha maturato 16 anni di contributi versati. Volevo capire se l’anno prossimo che compirò 67 anni di età potrò sfruttare una delle deroghe Amato. Mi sono informata e credo che di avere una decina di anni di lavoro coperti da meno di 52 settimane di contributi. Sarebbe il requisito utile da quando ho capito alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. Funziona ancora questa possibilità? Vi prego, aiutatemi. Grazie.”

Pensione nel 2024 con 15 anni di contributi? il lavoro discontinuo può essere d’aiuto

Le deroghe Amato non sono altro che delle misure che lavorano in deroga al requisito contributivo delle pensioni di vecchiaia. E sono misure in vigore tanto nel 2023 che nel 2024. Infatti, le pensioni di vecchiaia ordinarie si centrano con 67 anni di età e 20 anni di contributi versati a prescindere da tutto. Ma soprattutto dopo la novità del Governo, che ha reso la misura libera dai limiti di importo della pensione anche per i contributivi puri, con le deroghe Amato i contributi necessari sono solo 15 anni. In effetti nulla cambia come età pensionabile, visto che ci vogliono sempre 67 anni di età. Ma cambia il requisito contributivo.

Le deroghe Amato nel 2024: ecco come funzionano

Le deroghe Amato sono tre e la nostra lettrice fa riferimento alla terza.

Cioè alla misura che riguarda i lavoratori discontinui. Le prime due deroghe Amato sono quelle che ormai sembrano obsolete come misure e poco utilizzabili. Perché guardano troppo indietro nel tempo, cioè al 1992. La prima deroga infatti riguarda i lavoratori che alla data del 31 dicembre 1992 avevano già completato 15 anni di contributi versati. Chi si trova con una carriera del genere e non è arrivato ai 20 anni di contributi utili alle pensioni di vecchiaia ordinaria, una volta raggiunti i 67 anni possono uscire comunque dal lavoro.

La seconda deroga invece riguarda quanti, sempre al 31 dicembre 1992, erano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria dei versamenti dall’INPS. In questo caso non serve che i versamenti siano stati effettivamente avviati. Basta quindi la semplice autorizzazione dell’INPS. Anche con la seconda deroga Amato, 15 anni di contributi bastano.

La pensione per lavoratori discontinui

Invece la terza deroga Amato che richiama la nostra lettrice riguarda i lavoratori che hanno almeno 10 anni di lavoro coperti da meno di 52 settimane di contributi per anno. Infatti 52 settimane di contributi significa copertura intera dell’anno lavorativo dal punto di vista previdenziale. Quelli che invece hanno almeno 10 anni di lavoro non coperti interamente da contributi, possono avere diritto alla pensione a 67 anni con 15 anni di contributi. Ma serve una condizione aggiuntiva che riguarda la data del primo accredito contributivo.

La terza deroga Amato, al netto dei 10 anni di lavoro a copertura previdenziale ridotta, si centra solo se gli interessati hanno una anzianità di 25 anni. Significa che il primo versamento contributivo deve essere vecchio di almeno 25 anni rispetto alla data di presentazione della domanda. Ricapitolando, le deroghe Amato saranno in funzione anche l’anno venturo. Anche se come abbiamo detto, si tratta di misure che riguardano davvero un esiguo numero di lavoratori.