Il riconoscimento della pensione, oggi, è subordinato a tutta una serie di requisiti che possono cambiare a seconda della storia individuale del contribuente. In alcuni casi, infatti, è necessario il raggiungimento di un’età (minima) combinato al raggiungimento di una precisa anzianità contributiva. In altri, invece, basta il perfezionamento di sola una condizione. Non è possibile stabilire a priori quale sia, tra età e contributi, il requisito che conta di più, ma possiamo analizzare – caso per caso – quando (per andare in pensione prima) contano di più gli anni contributivi o quelli compiuti.

Pensione di vecchiaia: a che età viene riconosciuta e quanti anni di contributi versati sono necessari

Partiamo dalla pensione di vecchiaia, trattamento previdenziale riconosciuto dall’Inps che viene riconosciuto indistintamente a tutti i lavoratori, se in possesso del requisito anagrafico e contributivo.

A differenza di molte altre uscite dal lavoro anticipate, quindi, non è necessario trovarsi in una particolare condizione personale o professionale (come essere lavoratori precoci o addetti a mansioni usuranti). Infatti, la prestazione è rivolta a:

  • tutti i dipendenti pubblici iscritti alla forma esclusiva dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
  • lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria AGO (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti FPLD;
  • gli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni);
  • e gli iscritti alla Gestione Separata o ai fondi pensione esclusivi e sostituivi dell’AGO.

È possibile conseguire la pensione di vecchiaia se in possesso dei seguenti requisiti contributivi e anagrafici:

  • almeno 20 anni di contributi versati;
  • il raggiungimento dell’età minima da pensione (ad oggi fissata a 67 anni).

In alternativa, tali soggetti possono accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 70 anni di età da adeguare alla speranza di vita (per gli anni dal 2019 al 2022 il requisito adeguato è di 71 anni), con cinque anni di contribuzione “effettiva” (obbligatoria, volontaria, da riscatto, ma con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo) e a prescindere dall’importo della pensione raggiunto.

Pensione anticipata: quando l’età non conta

La pensione anticipata è il trattamento di pensione che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.

Possono richiedere la pensione anticipata i soggetti che, a prescindere dall’età, sono in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini. In base alle norme vigenti, tale requisito (in vigore dal 1° gennaio 2016) è previsto fino al 31 dicembre 2026.

È questo il caso dei cd. “lavoratori precoci“, che hanno diritto alla pensione se possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età e si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione.

Inoltre, è possibile accedere alla pensione anticipata con requisiti agevolati prevista per i lavoratori pubblici o privati che svolgono attività lavorative particolarmente faticose e pesanti, definite usuranti. In questo caso il requisito contributivo di 41 anni può essere perfezionato, su domanda dell’interessato, anche cumulando i periodi assicurativi ai sensi della legge 24 dicembre 2012, n. 228.

Come fare domanda

L’INPS, con il messaggio 19 marzo 2021, n. 1169, ha fornito le istruzioni per la presentazione delle domande di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti, con riferimento ai soggetti che perfezionano i requisiti agevolati per l’accesso al trattamento pensionistico nel 2022.

La domanda di accesso al beneficio deve essere presentata entro il 1° maggio per coloro che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno successivo. C’è più tempo invece per i lavoratori precoci, che per accedere al beneficio della riduzione del requisito contributivo devono presentare una domanda di riconoscimento del beneficio entro il 1° marzo di ciascun anno e solo in caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, presentare la domanda di pensione anticipata.

Eventuali domande di riconoscimento del beneficio presentate successivamente al 1° marzo di ciascun anno, comunque non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione soltanto in caso residuino le risorse finanziarie.

Possono fare domanda anche i dipendenti del settore privato che hanno svolto lavori particolarmente faticosi e pesanti e che raggiungono il diritto alla pensione di anzianità con il cumulo della contribuzione versata in una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, secondo le regole previste per queste gestioni speciali. La domanda, inoltre, deve essere presentata telematicamente, corredata di modulo “AP45” e della documentazione richiesta.

Il messaggio fornisce tutti i chiarimenti in merito alle categorie di lavoratori che possono accedere al beneficio, i requisiti di età e anzianità contributiva e la decorrenza in base alla data di presentazione della domanda.