Una delle tante promesse fatte dai partiti, soprattutto quelli della maggioranza, riguarda le pensioni e i loro importi. Ricalcando ciò che fece anni fa un governo Berlusconi, il suo partito, Forza Italia, ha promesso di portare le pensioni minime a 1.000 euro. Il riferimento è all’incremento al milione di berlusconiana memoria.

Spesso i contribuenti confondono le due cose, parlando di pensioni da 1.000 euro e incremento al milione come se fossero la stessa cosa. Invece, una è una promessa ancora da realizzare, l’altra è una misura già attiva e valida, sfruttabile da diversi pensionati, soprattutto da chi percepisce trattamenti bassi come, per esempio, gli invalidi.

“Salve, sono titolare di un assegno di invalidità di circa 360 euro al mese. Volevo capire se mi spetta l’incremento al milione, grazie.”

Pensioni da 1.000 euro e incremento al milione: come far lievitare l’importo preso dall’INPS

Forza Italia ha promesso di portare le pensioni minime a 1.000 euro. Questo progetto faceva parte del programma elettorale degli azzurri, così come la Quota 41 per tutti faceva parte del programma della Lega. Due partiti oggi al governo che, pertanto, dovrebbero portare a termine le promesse, probabilmente entro la fine della legislatura. Al momento, però, non esiste una pensione minima destinata ai pensionati in misura pari a 1.000 euro.

Tuttavia, la normativa prevede che, per esempio, gli invalidi civili totali possano sfruttare il cosiddetto incremento al milione anche per il 2024. Questa maggiorazione è destinata a pensionati con redditi bassi, poiché il trattamento di inabilità lavorativa totale e permanente è riservato a soggetti in stato di bisogno economico.

Le regole per sfruttare l’incremento al milione sulle pensioni

L’incremento al milione non deve essere confuso con le pensioni minime a 1.000 euro, né con l’aumento di gennaio dovuto alla consueta indicizzazione al tasso di inflazione. Le pensioni sono state aumentate del 5,4%, ma per l’aumento del costo della vita con il meccanismo chiamato perequazione.

L’incremento al milione è, invece, una vera e propria maggiorazione sociale.

In base alla Legge n. 118 del 1971, la pensione di inabilità spetta a chi ha una permanente incapacità lavorativa di almeno un terzo. L’incremento al milione riguarda quindi tutti gli invalidi totali, i sordomuti e i ciechi civili assoluti. Questa misura è in vigore dal 1° gennaio 2002, grazie alla Legge n. 448 del 2001. Oltre al requisito sanitario della menomazione fisica e psichica, per ottenere l’incremento al milione gli invalidi devono soddisfare alcuni altri requisiti.

L’incremento può riguardare soggetti che hanno raggiunto la maggiore età, una novità introdotta nel 2020 che ha sostituito il vincolo dei 60 anni per gli invalidi (per gli altri il limite è più alto).

I limiti di reddito per il diritto alla maggiorazione

Il fattore determinante tanto per gli invalidi quanto per gli altri contribuenti con pensioni basse è il reddito. Per il 2024, la soglia da non superare è pari a 9.555,65 euro annui. Tuttavia, per fruire della maggiorazione piena, che consente di incrementare il trattamento portandolo al vecchio milione di lire, il reddito da non superare è pari a 4.333,29 euro annui.

Per i coniugati contano anche i redditi del coniuge, e le soglie da non superare sono pari a 11.280,62 euro per la maggiorazione piena e 16.502,98 euro per la maggiorazione ridotta.

I redditi da considerare sono globali, inclusi quelli esenti da IRPEF. Solo il reddito della casa di abitazione, una rara pensione di guerra o l’indennità di accompagnamento non concorrono alla formazione del reddito da considerare.

Differenze tra pensioni per invalidi e altri trattamenti previdenziali

Possono ottenere la maggiorazione gli invalidi a partire dai 18 anni di età. Questa variazione, come detto in precedenza, è recente e nasce da una sentenza della Corte Costituzionale (pronuncia n. 152 del 2020) che ha esteso il beneficio anche a soggetti giovani, ritenendo il blocco precedente incostituzionale.

Questa novità non riguarda i pensionati con pensioni basse differenti da quelle di invalidità, per i quali è necessario aver compiuto già 70 anni di età. Questo limite è ridotto di un anno ogni 5 anni di contributi versati, fino a un massimo di 5 anni di sconto.

Dal momento che il nostro lettore dice di non percepire alcuna maggiorazione di questo tipo, presupponiamo che abbia redditi superiori alle soglie prescritte. Infatti, come specificato dall’INPS, l’incremento al milione è automaticamente assegnato ai titolari di prestazioni per invalidi.

Se il nostro lettore crede di averne diritto in base ai requisiti sopra citati, farebbe bene a presentare una domanda all’INPS. Parliamo della domanda di ricostituzione per motivi reddituali. In caso di accettazione, potrebbe beneficiare anche di 5 anni di arretrati se il suo diritto all’incremento era valido anche negli anni precedenti.