Pensioni 10 anni prima, meglio sfruttare subito la possibile uscita a 57 o 62 anni

Pensioni 10 anni prima, meglio sfruttare subito la possibile uscita a 57 o 62 anni, cambiamenti in arrivo per un settore sempre criticato.
5 mesi fa
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Per tutti la pensione di vecchiaia nel 2025 con 20 o 30 anni di contributi, a 67 come a 65,8 anni di età
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Mentre uno studio dell’Università La Sapienza di Roma mette in discussione le forme di pensione integrativa, che per alcuni non conviene, non possiamo non parlare della RITA quando si discute di pensioni anticipate. La RITA, ovvero Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, offre un’importante opportunità: permette di anticipare il pensionamento, anche senza passare dalla previdenza obbligatoria, fino a 10 anni. Un nostro lettore ci ha chiesto spiegazioni su questa misura forse poco conosciuta e poco utilizzata.

La richiesta giunta in redazione

“Buongiorno, sono un dipendente di un’azienda privata che versa a un fondo pensioni integrativo da ormai 15 anni.

Mi hanno consigliato di versare per garantirmi un futuro più roseo con un trattamento integrativo in aggiunta alla mia pensione. Ho 58 anni e volevo capire come funziona la RITA, dato che sembra sia possibile prendere una pensione anticipata anche di 10 anni. Grazie mille anticipatamente per i vostri chiarimenti.”

Pensioni 10 anni prima: meglio sfruttare subito l’uscita a 57 o 62 anni

Un recente studio dell’Università La Sapienza di Roma evidenzia che molti lavoratori di oggi, nonostante quanto si dice, riceveranno grazie al sistema contributivo una pensione dignitosa. Secondo un servizio di SkyTg24, il sistema contributivo non è penalizzante per chi ha una vita lavorativa stabile e con stipendi adeguati. Pertanto, versare alla previdenza integrativa potrebbe diventare meno conveniente.

In passato era consigliabile, come dimostra il nostro lettore che ha 15 anni di versamenti nella previdenza integrativa, ma ora potrebbe non esserlo più. Chi può permetterselo fa comunque bene a essere previdente e a mettere da parte per la vecchiaia, soprattutto considerando i vantaggi degli sgravi fiscali e dei contributi aggiuntivi previsti da alcuni CCNL con fondi negoziali.

La previdenza integrativa: cosa dice lo studio

Alcuni docenti dell’Università La Sapienza di Roma hanno prodotto uno studio che suggerisce a chi versa nella previdenza integrativa di chiedere prima possibile la liquidazione di quanto versato, sfruttando la RITA.

Lo studio sottolinea che sarebbe opportuno chiedere al fondo integrativo la liquidazione di ciò che a tutti gli effetti è un trattamento di accompagnamento alla pensione vera e propria.

RITA: Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, ecco come fare per la pensione anticipata 10 anni prima

La RITA, introdotta nel 2017, si rivolge a chi manca 5 anni all’età pensionabile di vecchiaia, cioè a partire dai 62 anni. Ma per chi è disoccupato da oltre 24 mesi, il vantaggio può partire addirittura 10 anni prima, cioè a 57 anni. È necessario che al momento della richiesta della RITA, il richiedente possa far valere almeno 5 anni di iscrizione al fondo e almeno 20 anni di contributi versati alla previdenza obbligatoria.

Una misura poco conosciuta e poco utilizzata

La RITA non ha avuto un grande successo e molti nemmeno conoscono questa opportunità. Si parla con insistenza di novità nella futura legge di Bilancio che potrebbero restringere questa misura. È quindi consigliabile chiedere presto ciò che l’anticipo concede. Chi ha sottoscritto un Piano Individuale Pensionistico (PIP) o piani di accumulo a un fondo complementare può richiedere l’anticipo della rendita maturata, accompagnandosi così alla pensione da previdenza obbligatoria.

Tutti i paradossi della previdenza integrativa

Prendere la RITA oggi è cumulabile con altri trattamenti pensionistici e anche con altre attività lavorative. In pratica, chi sceglie l’anticipo riesce a ottenere un trattamento mensile aggiuntivo per affrontare l’aumento del costo della vita. Tuttavia, nel prossimo futuro potrebbe non essere più così. Si parla di un ritocco alla misura che la renderebbe incompatibile con altri trattamenti pensionistici percepiti. Non è escluso che ulteriori restrizioni possano rendere lo strumento inutilizzabile per chi continua a lavorare. Al momento non ci sono ipotesi concrete, ma è importante tenerne conto.

Meglio correre ai ripari

È consigliabile, per chi può, chiedere subito la liquidazione dell’anticipo della RITA, data l’incertezza attorno alla misura.

Lo studio critica la previdenza complementare o integrativa, sostenendo che potrebbe non essere conveniente per lavoratori con stipendi adeguati e assunzioni stabili. La previdenza integrativa, nata per dare maggiore forza economica futura ai lavoratori con pensioni basse, è suscettibile di critiche oggettive.

Infatti, un lavoratore che prenderà una pensione bassa è colui che oggi fatica ad arrivare a fine mese e quindi non può permettersi di versare al fondo integrativo. Al contrario, i lavoratori “benestanti” che possono versare oggi al fondo integrativo non hanno un futuro negativo davanti a sé, rendendo lo strumento meno necessario.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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