Ci sono molti lavoratori che per pochi mesi si troveranno a pagare dazio in maniera davvero pesante. Molti lavoratori si troveranno a subire conseguenze significative, come rimandare la pensione a al 2028, per pochi mesi di differenza. Non si parla di pochi mesi di contributi mancanti, ma di mesi mancanti rispetto all’età anagrafica giusta per accedere alla pensione. Una misura, infatti, ha subito un importante inasprimento nel 2024.

Parliamo dell’Ape Sociale, ovvero l’Anticipo Pensionistico Sociale, che nel 2024 ha perso 5 mesi rispetto al 2023.

L’età richiesta, che nel 2023 era di 63 anni esatti, è stata innalzata a 63 anni e 5 mesi dal 2024. Solo 5 mesi in più, ma per qualcuno possono rappresentare un vero e proprio salasso, spostando la pensione di circa 4 anni. Un nostro lettore si trova esattamente in questa situazione.

“Salve, volevo conferme da parte vostra riguardo alla pensione con l’Ape sociale. Da quanto apprendo, questa misura chiuderà i battenti l’anno prossimo, il che significa che la pensione a 63 anni non sarà più un’opzione. Speravo in una proroga, perché, essendo disoccupato da maggio 2024 (la mia ultima Naspi termina a maggio), avrei potuto andare in pensione solo a gennaio 2025, essendo nato il 30 agosto 1961. A causa dei 5 mesi in più previsti per l’Ape sociale nel 2024, sono escluso, perché non compirò 63 anni e 5 mesi entro dicembre. Questo mi toglie ogni possibilità di andare in pensione. I 5 mesi in più del 2024 sono stati il primo colpo, e la cessazione dell’Ape sociale nel 2025 completerà l’opera.”

Pensioni addio, ecco a chi si sposta nel 2028

Ma è davvero possibile che qualcuno perda la pensione anticipata, che dal 2024 si sposta al 2028, solo per pochi giorni di differenza nella data di nascita? La domanda è legittima, e la risposta è affermativa, come ben sa il nostro lettore.

I principali penalizzati saranno coloro che compiono 63 anni da agosto in poi nel 2024 e che, per questo, perderanno l’opportunità dell’Ape sociale.

Nel 2023, i disoccupati, i caregiver, gli invalidi e i lavoratori addetti a mansioni gravose potevano andare in pensione non appena raggiunti i 63 anni. Nel 2024, però, l’età è stata portata a 63 anni e 5 mesi.

In termini pratici, questo significa 5 mesi in più di attesa, ma solo per chi compie 63 anni entro luglio 2024. Parliamo dei nati tra il primo dicembre 1961 e il 31 luglio 1961. Per loro, ci saranno 5 mesi in più di attesa per accedere alla pensione con l’Ape sociale. Questa piccola penalizzazione, però, impallidisce rispetto a ciò che accadrà ad altri. Chi è nato sempre nel 1961, ma tra il primo agosto e il 31 dicembre, vedrà il 2024 chiudersi senza la possibilità di completare i 63 anni e 5 mesi richiesti per l’Ape sociale. E questa “piccola” penalizzazione di 5 mesi potrebbe trasformarsi in un vero e proprio salasso di ben 4 anni.

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L’uso del condizionale è d’obbligo, poiché molto dipende da ciò che farà il governo con la manovra finanziaria. Se l’Ape sociale cesserà effettivamente il 31 dicembre prossimo, o se sarà prorogata al 31 dicembre 2025 con la prossima legge di Bilancio, solo il tempo lo dirà. Tuttavia, in caso di cessazione, come sembra sempre più probabile, ci sarà davvero chi, anche per un solo giorno di differenza nella data di nascita, perderà ogni possibilità di andare in pensione.

Chi è nato il 31 luglio 1961 potrà andare in pensione nel 2024, a 63 anni e 5 mesi di età. Chi è nato il primo agosto 1961, invece, dovrà attendere fino al 2028 per andare in pensione a 67 anni. E potrebbe addirittura dover aspettare fino a 67 anni e 2 mesi, se le pensioni di vecchiaia saranno ulteriormente posticipate a causa dell’aumento delle aspettative di vita. Quindi, anche se i contributi versati sono già pari a 36 anni, come previsto per i lavori gravosi, o a 30 anni per disoccupati, invalidi e caregiver, non ci sarà nulla da fare.

Le speranze di andare in pensione si spostano di diversi anni in avanti.