La Legge di Bilancio del governo Meloni è entrata ufficialmente in vigore. E con essa, sono in vigore le novità sulle pensioni, da quota 103 a opzione donna. L’INPS nel frattempo ha pubblicato il messaggio n° 454 il primo febbraio scorso. Un messaggio che riguarda da vicino queste due misure.

La comunicazione INPS era molto attesa perché solo così le due misure possono essere richieste dagli interessati. Ma c’è qualcosa che adesso proprio i lavoratori interessati a una delle due devono considerare.

Alla luce del fatto che si tratta di misure confermate per un altro anno, ma modificate, bisogna stare attenti a quale procedura usare. Perché usare la nuova via, con le nuove versioni delle misure, in alcuni casi è deleterio.

In pratica, si rischia di perdere soldi di pensione. Non tutti però sono costretti ad accettare queste modifiche peggiorative alle nuove misure. Perché c’è chi potrebbe adottare una sorta di stratagemma che la legge consente di sfruttare.

“Buonasera, sono Paolo e sono interessato ai vostri articoli sulla quota 103 perché è la misura che vorrei usare per andare in pensione. A dire il vero potevo uscire già lo scorso anno. Perché avevo completato 41 anni di contributi e avevo già raggiunto 62 anni di età. A novembre mi sono dimesso dal mio lavoro per incomprensioni con il mio datore di lavoro. Sono 3 mesi che cerco un nuovo lavoro ma niente. A questo punto, valuto la pensione. A meno che non ci rimetto troppo come assegno. La nuova quota 103 è contributiva come avete spiegato pure voi. Che significa? Secondo voi è sconveniente?”

Pensioni anticipate 2024, basta un piccolo errore e perdi 1/3 di pensione

Il messaggio dell’INPS citato in premessa presenta tutte le indicazioni per presentare domanda di pensione anticipata flessibile con la quota 103. E pure per presentare domanda con il regime anticipato contributivo sperimentale per le lavoratrici. Una misura meglio conosciuta come opzione donna.

In pratica l’INPS ha implementato i sistemi di presentazione delle domande per le due misure e con la comunicazione ufficiale presentata sul suo sito, l’Istituto chiarisce come fare. Aggiornando tutto alle novità introdotte in manovra. Ma bisogna evitare di fare cose azzardate. Perché di fatto per la quota 103 adesso ci sono due tipologie di domande possibili. Una con la versione vecchia di quota 103, ancora attiva per chi ha completato i requisiti lo scorso anno. L’altra per la versione nuova, ma solo per chi i requisiti li completa nel 2024.

Il nostro lettore potrebbe usare anche la prima versione della quota 103. E molto cambia. Perché la nuova veste di quota 103 penalizza i pensionati. La pensione infatti è calcolata con il penalizzante metodo contributivo.

Occhio alla nuova quota 103, se potete utilizzare la vecchia, tanto meglio

In pratica deve stare attento chi, come il nostro lettore, può usare la versione vecchia di quota 103 perché ha maturato i requisiti già lo scorso anno. In questo caso il nostro lettore, per esempio, potrebbe godere della prestazione senza ricadere nel calcolo contributivo della stessa proprio perché ha maturato i requisiti durante il funzionamento della versione precedente di quota 103.

Infatti la differenza principale tra le due versioni è proprio il calcolo della prestazione che fino allo scorso anno era misto e che adesso è diventato contributivo. Un’altra differenza riguarda l’importo massimo della prestazione spettante che fino allo scorso anno era pari a cinque volte il trattamento minimo mentre adesso può arrivare soltanto a quattro volte. Quindi anche in questo caso bisogna fare attenzione perché chi ha diritto a una pensione più elevata rispetto a un nuovo limite, rischia di rimetterci davvero tanto.

Anche se a requisiti completati nel 2023, la quota 103 non è stata sfruttata, adesso si può correre ai ripari. Andando in pensione nel 2024, ma chiedendo la pensione di quota 103 con diritto cristallizzato.