Arriva dalla Corte dei Conti una proposta di riforma per semplificare le pensioni anticipate. I giudici contabili esaminando i tratti salienti contenuti nella legge di bilancio 2024, hanno avanzato una proposta per rendere sostenibile, e al tempo stesso più semplice, il meccanismo di uscita anticipata dal lavoro.

L’idea parte dal fatto che il nostro sistema pensionistico è ormai appesantito da troppe iniquità e ingiustizie. Ogni legge di bilancio interviene nel tentativo di frenare la spesa previdenziale che è destinata a salire nei prossimi anni.

Così facendo, però, si continua a modificare l’assetto al punto che i lavoratori, da un anno all’altro, si ritrovano spiazzati per andare in pensione.

Pensioni per tutti a partire da 67 anni

La proposta dei giudici della Corte dei Conti si basa su un caposaldo che è quello dell’età di vecchiaia. Da qui si dovrebbe partire per calcolare, agendo sull’importo, la pensione anticipata applicando degli sconti sull’età anagrafica. Un sistema alla tedesca, tanto per intenderci, che premia chi resta al lavoro più a lungo e penalizza chi esce prima. Senza, quindi, andare a fare deroghe temporanee o introdurre requisiti stringenti, a volte al limite della legalità.

Oggi, per andare in pensione di vecchiaia servono oggi 67 anni di età e almeno 20 di contributi per chi ricade nel sistema di calcolo retributivo e contributivo (misto). Per chi ricade nel solo sistema contributivo, invece, servirà anche aver raggiunto una soglia minima di rendita pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Limite che scenderà dal prossimo anno a 1 volta sola.

Sempre per chi ricade nel sistema di calcolo contributivo e solo per costoro, è prevista la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni di età. Servono comunque almeno 20 anni di contributi e una rendita calcolata non inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. Limite che sarà elevato dal 2024 a 3 volte tale soglia.

Diritto alla pensione anticipata uguale per tutti

La proposta dei giudici contabili è quella di offrire una serie di opzioni di uscita partendo dall’età di 67 anni. Con correzioni dell’importo della pensione, al rialzo o al ribasso, indipendentemente dal fatto che si ricada nel sistema di calcolo misto o solo contributivo. Sarà quindi i lavoratore a decidere se conviene o meno andare in pensione anticipata.

La Corte dei Conti parla esplicitamente di necessità di semplificazione del sistema pensionistico e di “regole equilibrate” che non siano ogni volta soggette a cambiamenti. Cose che, nel loro complesso, potrebbero anche avere “effetti benefici sui comportamenti di spesa delle famiglie a riflesso di aspettative più affidabili circa il loro reddito disponibile futuro”.

Anche perché nei prossimi anni aumenteranno i lavoratori che andranno in pensione con il sistema di calcolo contributivo e per costoro sono in vigore regole diverse rispetto ai lavoratori che ci vanno con il sistema misto. Per i primi c’è la possibilità di uscita anticipata a 64 anni, mentre per i secondi no. Ma allo stesso tempo i limiti di soglia di cui sopra rendono quasi impossibile l’uscita anticipata.

Solo chi ha redditi molto elevati può sperare di raggiungere l’importo prefissato creandosi di fatto una discriminazione fra chi guadagna di guadagna di più e chi guadagna di meno. Insomma, è una questione di equità sociale e giustizia che non può restare irrisolta.

Riassumendo…

  • La Corte dei Conti propone una riforma semplice per le pensioni anticipate
  • Per i giudici l’uscita dovrebbe essere solo quella prevista per la vecchiaia con penalizzazioni per gli anticipi
  • Troppe differenze per chi ricade nel sistema contributivo e chi in quello misto