Quando è il momento di andare in pensione i lavoratori devono verificare tutto ciò che riguarda la prestazione pensionistica che hanno scelto di richiedere. Anche se spesso il lavoratore quando va in pensione delega tutto al patronato che gli presenta la domanda e in pratica, diventa passivo di fronte a quello che l’INPS e il patronato sviluppano sulla pratica di pensionamento, alcuni accorgimenti possono essere fondamentali. Le regole infatti, soprattutto quelle che riguardano i requisiti per uscire dal lavoro e quelle sul calcolo della prestazione vanno sempre meglio approfondite.

Ecco quindi una sorta di vademecum che gli interessati ad una domanda di pensione devono utilizzare per cercare di sfruttare al massimo il momento della pensione. Anche perché ciò che si fa quando si presenta la domanda della pensione, accompagna i diretti interessati per tutto il resto della loro vita.

Pensioni anticipate: ecco cosa devi controllare per ottenere di più

Il primo consiglio utile che diamo a chi si sta avvicinando alla pensione, soprattutto se si tratta di una pensione anticipata è quello di verificare il proprio estratto conto contributivo. Il primo passaggio quindi è quello di scaricare l’estratto conto che è sempre disponibile sul portale istituzionale dell’INPS a nome del diretto interessato. Dopo questo passaggio preventivo bisogna chiedere all’INPS il cosiddetto ECO-CERT. Parliamo dell’estratto quando certificativo che si distingue da quello ordinario perché è un estratto conto che ha valore di certificazione. In parole povere i contributi previdenziali presenti nell’estratto conto certificativo sono quelli definitivi che l’INPS ha a nome di un lavoratore. L’estratto conto ordinario invece è soltanto a scopo informativo e quindi non ha un valore certificativo.

I calcoli, le regole e tutto ciò che bisogna fare per la pensione anticipata

Una volta ottenuti gli estratti conto dei contributi bisogna capire qual è la misura di pensionamento che si può sfruttare.

Ed in questo caso bisogna verificare l’eventualità che ci siano più misure da poter sfruttare in modo tale da scegliere la migliore. Utile per esempio è quello che riguarda coloro che hanno 41 anni di contributi versati e si trovano a rientrare dentro il perimetro di quota 41 per i precoci o dell’attuale quota 103. Come abbiamo spiegato in un nostro precedente articolo andare in pensione con quota 41 per i lavoratori precoci può essere nettamente più vantaggioso rispetto a chi invece ci va con la quota 103. Ed il lavoratore che a libera scelta può optare per le due soluzioni farebbe bene a considerare cosa fare per monetizzare al massimo la pensione. Lo stesso però vale per chi ha 64 anni di età e può andare in pensione anticipata senza dover per forza di cose aspettare 67 anni di età. Basta poco per esempio, per perdere il diritto ad uscire dal lavoro a 64 anni. Basta anche un solo contributo versato o addirittura riscattato prima di una determinata data.

Contributi dannosi e come sterilizzarli

Se il primo contributo versato da un lavoratore è successivo al 31 dicembre 1995, ecco che per lui si aprono le porte del pensionamento in anticipo con la pensione anticipata contributiva. Una cosa che per esempio chi ha provveduto a riscattare un anno di servizio militare che ricade prima del 1995 perde.
Un altro fattore da considerare guardando sempre l’estratto conto dei contributi versati è quello della contribuzione dannosa sulla pensione. Molti lavoratori credono che tutti i contributi previdenziali che hanno versato portino un beneficio sulla pensione. Invece questa cosa non sempre è vera perché ci sono dei contributi versati durante gli ultimi anni di carriera che vanno a penalizzare il calcolo della prestazione. Il tipico esempio è quello negli ultimi anni di lavoro svolti part-time oppure trascorsi in disoccupazione. In questi casi scendendo la retribuzione, scende anche la contribuzione versata.

E per chi ha diritto ad un calcolo retributivo della prestazione che tiene conto degli ultimi anni di carriera dal punto di vista dello stipendio, è evidente che questi ultimi anni sottopagati, generino un danno sul calcolo della pensione.

Molti sottovalutano questo aspetto ma le leggi offrono oggi la possibilità di sterilizzare i contributi penalizzanti. In pratica è data facoltà al contribuente di eludere dal calcolo della pensione questi contributi. Non facendoli rientrare nel calcolo della pensione ma solo se questi contributi non sono utili al diritto alla pensione. La sterilizzazione dei contributi, come viene chiamata questa possibilità, può essere sfruttata però solo sugli ultimi 5 anni di carriera e di contribuzione.