Ultima chiamata alla pensione per insegnanti e personale Ata della scuola. Il prossimo anno sarà l’ultimo in cui sarà possibile richiedere le pensioni anticipate con quota 100. Dal 2022 non sarà più possibile e, in assenza di alternative, molti stanno già mettendo le mani avanti.

La riforma delle pensioni è ancora allo stato embrionale e non si sa che strada prenderà il governo nei prossimi mesi. L’orientamento è quello consentire in futuro ancora le pensioni anticipate, ma con penalizzazione. Ovvero, chi vorrà lasciare il lavoro prima di aver maturato i requisiti di vecchiaia dovrà accollarsi un taglio della pensione rispetto alle previsioni.

Pensioni anticipate: previste migliaia di domande

Così molti si stanno già orientando verso le pensioni anticipate. Soprattutto nel mondo della scuola per il quale, le domande di pensionamento vanno presentate entro febbraio 2021. Mancano quindi pochi mesi ancora per decidere e nell’incertezza di quello che succederà a partire dal 2022, insegnanti, presidi e personale Ata si stanno già attrezzando per presentare domanda di pensionamento al Ministero.

Secondo fonti sindacali, sarebbero circa 50.000 le potenziali richieste per i pensionamenti del prossimo anno. Di queste, le pensioni anticipate in base alle regole di quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi) sarebbero circa un terzo. Nel calcolo, però, ci sono anche i pensionamenti previsti da opzione donna e che riguardano esclusivamente il personale femminile, anche se il governo non ha ancora approvato la proroga. Il dato è superiore di circa 10 mila unità di personale rispetto quest’anno quando sono andati in pensione 41.400 dipendenti del comparto scuola.

Il problema Covid-19 nelle scuole

A spingere verso le pensioni anticipate quest’anno, però, ci si mette anche il Covid-19. Molti insegnanti, tecnici, bidelli, ecc. stanno riscontrando grosse difficoltà nello svolgimento delle proprie mansioni col rischio di dover tornare allo smart working in caso di seconda ondata del virus.

Motivo in più, quindi, per lasciare anzitempo un mestiere diventato complicato da svolgere, come riscontrato dal difficile avvio di anno scolastico.

Docenti e bidelli, età media avanzata

Il problema della fuga dal mondo della scuola è aggravato anche dall’età avanzata del personale docente e non docente. Il ministero dell’Istruzione ne è ben consapevole e questo creerà grossi problemi di gestione del personale a causa dei maggiori pensionamenti rispetto agli anni passati. Già quest’anno si sono verificati enormi squilibri sugli organici. Molti insegnanti non hanno accettato di trasferirsi, soprattutto al Nord, a causa del virus e più di 66 mila cattedre sono rimaste vuote. Si è dovuto quindi ricorrere a supplenze e incarichi a tempo determinato.

In prospettiva, la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina è pronta indire un nuovo bando di concorso per ricoprire i posti vacanti, ma dovrà altresì mettere in conto i posti che resteranno vuoti a seguito dei pensionamenti 2021. Se il governo non appronterà al più presto la riforma pensionistica, il rischio è che tutti gli insegnanti e il personale Ata, in possesso dei requisiti, possa presentare domanda di pensione anticipata il prossimo anno. Anche per evitare, in casi estremi, trasferimenti forzati per sopperire alle carenze di organico.