Ci sono numerose pensioni e prestazioni pagate dall’INPS che sono collegate ai redditi del nucleo familiare del titolare della prestazione. Questo aspetto, spesso sottovalutato, comporta determinati obblighi comunicativi per il pensionato. Obblighi spesso disattesi, che finiscono per produrre quella che tecnicamente si chiama “Sospensione art. 35 comma 10 bis del DL numero 207 del 2008, poi diventato legge dello Stato numero 14 del 2009”. In pratica, per mancate comunicazioni obbligatorie, i pensionati si trovano “puniti” dalla sospensione di tutta o parte della pensione.

Questa situazione è molto diffusa, ma può essere risolta tramite la ricostituzione della pensione.

Per determinati contribuenti, però, sta per arrivare il termine ultimo per salvare la propria pensione. Il termine è il 15 settembre 2024.

“Buonasera, mi sono resa conto solo oggi che con il rateo di pensione di luglio ho ricevuto una prestazione più bassa. Parlando con il mio commercialista, mi ha detto che probabilmente, visto che non presento il modello 730 perché non sono tenuta, potrebbe esserci stata un’omissione di qualche comunicazione reddituale. Mi ha detto che non se ne occupa lui, ma un Patronato. Prima di andare a chiedere a qualcuno, volevo delle delucidazioni in merito. Secondo voi, da cosa dipende questo taglio della pensione? E poi, è duraturo o solo per questo mese?”

Pensioni: entro il 15 settembre bisogna presentare domanda all’INPS per non perdere la prestazione

In riferimento alla domanda di ricostituzione per sospensione art. 35 comma 10 bis del DL numero 207 del 2008, poi diventato legge dello Stato numero 14 del 2009, il termine ultimo per operare è fissato al 15 settembre prossimo. L’interessato deve evitare che la sospensione si tramuti in revoca definitiva delle prestazioni. Tutto nasce da mancate comunicazioni reddituali dei pensionati.

Coloro che percepiscono pensioni integrate al minimo, o che hanno pensioni collegate ai redditi, devono ogni anno presentare il modello RED. Se hanno prestazioni legate all’invalidità, devono presentare il modello AC.

AS/PS, comunicando eventuali ricoveri che influenzano il diritto alla prestazione per disabili.

L’obbligo di comunicare i redditi all’INPS ricade su chi non è tenuto a presentare le dichiarazioni dei redditi all’Agenzia delle Entrate. Chi lo fa comunemente non è assoggettato all’obbligo, poiché l’INPS ha pieno accesso alle banche dati del Fisco per verificare il diritto a ricevere le prestazioni.

Obblighi da cui scatta la sospensione della pensione o di una parte della pensione

La mancata comunicazione reddituale entro il termine del 28 febbraio di ogni anno e la mancata risposta ai solleciti successivi dell’INPS portano alla sospensione della prestazione collegata all’obbligo. Il pensionato deve necessariamente intervenire, altrimenti la sospensione diventa revoca.

In parole povere, chi omette le comunicazioni, a prescindere dal motivo, è soggetto a una sanzione economica. In caso di omessa comunicazione dei redditi nei tempi e nelle modalità stabilite dall’INPS, l’Istituto provvede alla sospensione delle prestazioni collegate al reddito nell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa.

Se decorrono 60 giorni dalla sospensione senza che l’interessato abbia operato la comunicazione, scatta la revoca delle prestazioni. Inoltre, l’INPS può chiedere la restituzione di tutte le somme percepite durante il periodo di omessa comunicazione.

Prestazione sospesa? Ecco come ripristinarla e recuperare gli arretrati

Dopo la sospensione della prestazione, se il pensionato provvede entro 60 giorni a comunicare quanto richiesto dall’INPS, l’Istituto procede al ripristino della prestazione a partire dal mese successivo alla comunicazione. Queste regole generali hanno trovato dei correttivi di salvaguardia per i pensionati, non per nuove norme, ma per sentenze che hanno visto l’INPS soccombere nei confronti dei pensionati.

Dal 2021, applicando l’interpretazione delle sentenze, l’INPS ha introdotto la salvaguardia. Ai pensionati a cui è stata sospesa la prestazione in forza dell’art.

35 comma 10 bis del DL numero 207 del 2008, viene concessa la possibilità di comunicare i dati reddituali entro il 15 settembre di ogni anno. Alla scadenza del termine, l’INPS restituirà con il primo rateo di pensione successiva anche le somme trattenute durante la fase di sospensione.

Gli interessati devono presentare una domanda di ricostituzione reddituale per sospensione art. 35 comma 10 bis del DL numero 207 del 2008. Per la corretta compilazione della domanda, devono indicare i redditi dal 2020 al 2024, questi ultimi naturalmente presunti.