Con il pagamento delle pensioni di marzo 2024 scatteranno gli aumenti previsti dalla riforma fiscale voluta dal governo Meloni. Come noto, gli scaglioni Irpef da quest’anno scendono da quattro a tre e di conseguenza cambiano anche le aliquote che intervengono sui redditi imponibili. Una modifica che produrrà effetti positivi soprattutto per coloro che percepiscono redditi bassi, come la maggior parte dei pensionati appunto.

Con il cedolino di marzo si potranno quindi apprezzare le minori trattenute fiscali sui ratei di pensione.

Misure che saranno in parte mitigate dalle trattenute delle addizionali locali che compariranno sul terzo rateo di pensione del 2024. Fra conguagli e saldi bisognerà infatti pagare qualcosa in più rispetto agli altri mesi dell’anno. Ma ci saranno anche i calcoli a ritroso delle nuove aliquote Irpef sulle mensilità di gennaio e febbraio che spetteranno ai pensionati.

Le nuove aliquote Irpef con le pensioni di marzo

Ma addentriamoci un po’ di più nello specifico. Per i pensionati con un reddito compreso tra i 15 mila e i 28 mila euro, ad esempio, la nuova aliquota Irpef al 23% comporterà un alleggerimento dell’imposta del 2% rispetto al passato. Più che altro in conseguenza dell’aumento della soglia massima del primo scaglione d’imposta. Ricordiamo che dal 2024 le tre nuove fasce sono le seguenti:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% per i redditi che superano 50.000 euro.

Il pensionato potrà vedere la differenza, non solo sul saldo netto disponibile del cedolino pensione, ma anche nella specifica voce relativa alle trattenute dove è riportata la seguente annotazione da parte dell’Inps:

“da questa mensilità la tassazione viene applicata sulla base degli scaglioni IRPEF del decreto legislativo 216/2023”.

L’Inps spiega in una nota, poi, che sono adeguati angli importi delle detrazioni personali da lavoro dipendente sulle prestazioni sulle quali sono riconosciute in alternativa alla detrazione da pensione.

Si ricorda, in proposito, che la detrazione spetta sul complesso dei trattamenti riconosciuti al medesimo soggetto.

Chi prenderà di più di pensione quest’anno

Non tutti godranno dei benefici della riforma fiscale. Come detto, la modifica è fatta per premiare i più bisognosi, cioè coloro che percepiscono redditi medio-bassi. La riduzione dell’aliquota Irpef interviene, infatti, per i redditi fino a 28.000 euro, che passano mediamente dal 25% del 2023 al 23% del 2024.

A titolo esemplificativo, un contribuente con un reddito di 25.000 euro pagherà 3.750 euro di Irpef nel 2024, rispetto ai 4.375 euro del 2023. Invece, i redditi compresi tra 28.000 euro e 50.000 euro, rimangono assoggettati all’aliquota del 35%, mentre quelli superiori a 50.000 euro sono assoggettati all’aliquota del 43%.

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, anche sul rateo di marzo, oltre all’Irpef mensile, saranno trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2023. Si ricorda che le addizionali regionali e comunali si recuperano in 11 rate, da gennaio a novembre dell’anno successivo a quello cui si riferiscono. Le somme conguagliate saranno certificate nella Certificazione Unica 2024.

Riassumendo…

  • In arrivo aumenti sulle pensioni a partire da marzo grazie al taglio dell’Irpef.
  • Vantaggi solo per i pensionati con redditi non superiori a 28 mila euro.
  • Col cedolino di marzo l’Inps procederà anche al conguaglio a saldo delle addizionali regionali e comunali.