Dopo la conferma della quota 103 nella legge di Bilancio del 2024, restano due le misure di pensionamento con una carriera minima fatta di ben 41 anni di contributi. Infatti sono due le quota che possono consentire anche quest’anno il pensionamento anticipato da parte dei lavoratori. Una è la già citata quota 103, l’altra la quota 41 per i precoci.

Due misure di diversa natura, con diversi requisiti e diverse regole di calcolo. E ci saranno lavoratori che potranno andare in pensione scegliendo tra le due vie.

In altri casi invece, o si rientra nella prima o nella seconda misura. Ecco il quadro dettagliato ed il funzionamento di entrambe le misure.

“Buongiorno, volevo capire quale via prendere a marzo quando completerà i 41 anni di contributi. Infatti a 64 anni di età come ho già oggi, potrei andare in pensione con la quota 41 come precoce, o con la quota 103. Mi spiegate come scegliere?”

“Buonasera, sono Ernesto, lavoratore edile con 41 anni di contributi completati a dicembre e con 62 anni di età che compirò a febbraio. Sto pensando di andare in pensione con la quota 103, ma c’è chi mi dice di verificare se posso andare in pensione con la quota 41 come precoce. Voi cosa dite?”

Pensioni nel 2024 con 41 anni di contributi anche prima dei 62 anni, ecco come

La pensione nel 2024 con 41 anni di contributi è possibile. Certo, parliamo di una carriera abbastanza lunga, inutile girare introno a questa evidenza. Fatto sta che sono due le misure che consentono l’accesso alla pensione con una carriera di questo genere.

In entrambi i casi dei 41 anni di versamenti contributivi previdenziali 35 devono essere al netto dei contributi figurativi per malattia o disoccupazione. Ma questa forse è l’unica cosa che accomuna le due misure del nostro focus odierno. Perché per il resto sono due misure completamente differenti e come vedremo, non paragonabili tra loro per ovvie ragioni.

Partiamo da quella che può essere considerata una novità nel 2024 ovvero la quota 103. Anche se la misura è nata nel 2023, la nuova versione della proroga inserita nella legge di Stabilità è ricca di novità. Interventi correttivi alla misura del 2023 che la rendono a tutti gli effetti poso favorevole. A tal punto che secondo noi diventa una misura fruibile solo da chi non ha alternative.

La nuova Quota 103, perché uscire con 41 anni a queste condizioni non è da considerare un favore

Effettivamente con 41 anni di contributi versati nel 2024 appena entrato non c’è una sola misura da poter sfruttare ma ce ne sono ben due punto. Come detto in premessa si tratta di due misure completamente diverse tra loro, sia come struttura che come come funzionamento. La quota 103 da un verso è migliore della quota 41.

Partiamo dal presupposto che la quota 103 è una misura destinata alla generalità dei lavoratori dipendenti perché non ci sono limiti di platea o particolari vincoli. Invece la quota 41 per i precoci, come recita il nome stesso della misura, riguarda esclusivamente chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età ed ha completato un anno di contributi prima di questa età.

Inoltre sempre la quota 41 è limitata solo a quattro particolari categorie che poi analizzeremo. Tornando alla quota 103 appena introdotta e prolungata di altri dodici mesi, è una misura nettamente più penalizzante sia come calcolo della prestazione che come requisiti rispetto alla quota 41 per i precoci.

Iniziamo con il sottolineare il fatto che la quota 103 può essere presa a 62 anni soltanto se si hanno anche 41 anni di contributi versati. E il limite anagrafico per la misura conta parecchio. Un vincolo anagrafico che per la quota 41 per i precoci non esiste essendo distaccata dall’età del richiedente.

Quota 103, ecco come funziona la nuova misura per la pensione a 62 anni

La quota 103 poi è una misura che ha una finestra di decorrenza più lunga rispetto alla quota 41.

Infatti nel settore privato sia i lavoratori dipendenti che gli autonomi devono aspettare sette mesi per il primo rateo di pensione mentre nel lavoro pubblico devono attendere nove mesi. Per la quota 41 per i precoci invece l’attesa per tutti è di soli 3 mesi.

La quota 103 prevede il calcolo completamente contributivo della prestazione cosa che per la quota 41 precoci non c’è e quindi la pensione è calcolata con il sistema misto. In pratica con la quota 103 i lavoratori a prescindere da quando hanno iniziato la carriera, se prima o dopo il 1996 e a prescindere dal numero di anni di contributi primo o dopo il 1996, non possono ricevere una pensione calcolare con un sistema diverso da quello contributivo.

Infine, sempre a discapito della quota 103 c’è il fatto che la prestazione, per chi ha diritto ad una pensione più alta, non può superare in nessun caso le quattro volte il trattamento minimo INPS. Un limite che sparisce solo a 67 anni di età. Per la quota 41 invece la pensione è effettivamente quella spettante fin da subito.

La quota 41 precoci nel 2024, ecco per chi è e come

Quota 41 come dicevamo è una misura che possono sfruttare i lavoratori che hanno 52 settimane di contributi, ovvero 12 mesi, o un anno che dir si voglia, completate anche discontinuamente prima dei 19 anni di età. Bisogna però essere alternativamente in una delle seguenti quattro categorie:

  • caregiver;
  • invalidi;
  • disoccupati;
  • addetti ai lavori gravosi.

Il disoccupato deve essere privo di Naspi, dopo averla percepita tutta (chi non ha preso la Naspi non può accedere alla quota 41), da non meno di 3 mesi. Chi pensa alla quota 41 come invalido, deve aver ottenuto dalla Commissione Medica Invalidi Civili delle ASL, una percentuale di invalidità non inferiore al 74%. I caregiver invece, devono essere conviventi con il disabile grave, parente stretto da assistere, da non meno di 6 mesi. Per il lavoro gravoso invece bisogna rientrare in una di queste 15 categorie e cioè:

  • conciatori di pelli o pellicce;
  • facchini;
  • edili;
  • camionisti;
  • gruisti;
  • maestre ed educatori di asilo nido o scuola dell’infanzia;
  • macchinisti dei treni o personale ferroviario viaggiante;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • siderurgici;
  • agricoli;
  • marittimi;
  • pescatori;
  • infermieri ed ostetriche di sale operatorie o sale parto;
  • addetti alla raccolta dei rifiuti.

Chi vuole accedere alla quota 41 perché per lavoro svolge una di queste 15 attività, deve averle svolte per non meno di 6 degli ultimi 7 anni o per non meno di 7 degli ultimi 10 anni.