Aumenti importanti per le pensioni a marzo, ma non per tutti. Fra rivalutazione, rimodulazione degli scaglioni Irpef e innalzamento della no tax area, gli assegni beneficiano di aumenti medi intorno ai 600 euro all’anno.

Tuttavia non tutti i pensionati riceveranno la stessa cifra. Dipende dagli importi di pensione, ma, in sintesi, ad essere più favorito sono i redditi medio-alti.

La rivalutazione delle pensioni

In base alla perequazione annuale, gli importi 2022 sono incrementati del 1,9% lordo, ma solo fino a una certa soglia di reddito.

Per la maggior parte delle pensioni, la rivalutazione è piena. Anche perché, a differenza che in passato, da quest’anno la perequazione è calmierata su tre fasce di reddito, quindi complessivamente meno penalizzante. La rivalutazione delle pensioni 2022 è la seguente:

  • 1,70% fino a 2.6062,32 euro al mese;
  • 1,53% da 20.60,33 e 2.577,90 euro al mese;
  • 1,27% da 2.577,91 euro al mese in su.

Incrementi anche per le pensioni minime che dal 2022 passano da 515,58 euro a 525,37 euro al mese. Sale anche l’assegno sociale che passa da 460,28 euro a 469 euro al mese.

Gli enti pensionistici hanno già rivalutato tutte le pensioni nella misura del 1,7%. 1,6% è stato riconosciuto a gennaio e il processo di adeguamento si è completato a marzo con un ulteriore incremento lordo degli assegni dello 0,1%. Il resto, fino al 1,9%, sarà recuperato a gennaio 2023 con la corresponsione degli arretrati.

La riforma Irpef

Sulle pensioni 2022 incide positivamente anche la riforma Irpef. Grazie al riordinamento delle aliquote si abbassano leggermente le tasse per la gran parte degli italiani. Dunque anche i per i pensionati. Si stima che il risparmio annuo possa oscillare tra i 240 e i 760 euro all’anno.

Dal 2022 è prevista la riduzione delle attuali aliquote Irpef da cinque a quattro con i seguenti scaglioni di reddito:

  • 23% sino a 15 mila euro;
  • 25% sino a 28 mila euro;
  • 35% sino a 50 mila euro;
  • 43% oltre i 50 mila euro.