Ammonta a 200 euro. E vediamo anche perché si tratta di quel bonus aggiuntivo sulle pensioni che non risolve e che non contrasta il carovita. Perché meglio 200 euro in più una tantum che niente sull’assegno INPS, ma in realtà di questo passo a fine anno la perdita del potere d’acquisto sarà davvero drammatica. Non solo per i pensionati, ma anche per i lavoratori dipendenti e, in generale, per tutte quelle famiglie che vivono di una sola entrata mensile.

È di 200 euro, inoltre, quel bonus aggiuntivo sulle pensioni per il quale, per fortuna, non ci sarà bisogno di presentare la domanda.

In quanto sarà riconosciuto ai legittimi beneficiari in automatico sul cedolino della pensione.

Perché quel bonus aggiuntivo sulle pensioni non risolve e non contrasta il carovita

Il perché quel bonus aggiuntivo sulle pensioni non risolve e non contrasta il carovita, inoltre, è presto detto. In quanto per quest’anno la rivalutazione delle pensioni è stata davvero bassa. Ovverosia, ad un tasso annuo lordo provvisorio dell’1,7%.

Ecco perché quel bonus aggiuntivo sulle pensioni non basta. Dato che, di contro, attualmente in Italia l’inflazione viaggia a +6%. E questo stando agli ultimi dati ISTAT sui prezzi al consumo dello scorso mese di aprile del 2022.

Cosa fare per contrastare la perdita del potere d’acquisto da parte dei pensionati

Chiarito perché quel bonus aggiuntivo sulle pensioni non basta, che fare allora? Al riguardo servirebbe da parte del Governo italiano un provvedimento coraggioso e strutturale. Nonché finalizzato ad incrementare a largo raggio l’importo mensile degli assegni INPS. A partire dai pensionati al minimo. Con il problema principale da risolvere, al riguardo, che è chiaramente quello di trovare le coperture finanziarie per quella che sarebbe una misura di certo strutturale. Ma tale da risolvere concretamente il problema del carovita. Perché la logica dell’aiuto una tantum è palesemente di brevissimo respiro.