Come si andrà in pensione nel 2025? La riforma delle pensioni prevista in Italia è un tema centrale nel dibattito politico. Solitamente le riforme, in questo senso, avvengono con legge di bilancio, per cui è ancora presto per capire come andranno le cose l’anno prossimo. Tuttavia qualcosa già si può intuire analizzando il contesto economico e finanziario del nostro Paese, nonché il documento di programmazione economica (DEF) approvato dal governo.

La tendenza, tuttavia, è quella di tagliare sempre più la spesa pensionistica che tende a stritolare le casse dell’Inps.

Manovra attuata già con la fine di Quota 100 e l’introduzione di diverse forme di restrizione alle deroghe alla pensione di vecchiaia. Misure che, insieme al taglio delle rivalutazioni delle pensioni in pagamento, hanno portato a risparmi di spesa, anche se non sembrano sufficienti a contenere l’impennata del costo del welfare col ritorno dell’inflazione. Pertanto dal 2025 sarà ancora più difficile andare in pensione.

A quale età si va in pensione in Italia

Attualmente il sistema pensionistico italiano include diverse formule di pensione, tra cui:

  • Pensione di Vecchiaia: si può accedere a questa pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi.
  • Pensione Anticipata: per gli uomini, è possibile andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi; per le donne, con 41 anni e 10 mesi di contributi.
  • Quota 100: questa opzione consentiva il pensionamento a 62 anni con 38 anni di contributi, ma è terminata nel 2021.
  • Quota 102: per il pensionamento a 64 anni con 38 anni di contributi.
  • Quota 103: per andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi. È stata introdotta nel 2023 e dovrebbe essere riproposta nel 2025.

Opzione Donna: riservata alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e un’età minima di 60 anni, con possibilità di uscita anticipata a 58-59 anni solo per alcune categorie specifiche.

Fra queste misure non compare Ape Sociale che non rappresenta una vera e propria pensione.

Questa è infatti una misura introdotta dalla legge di bilancio 2017. Consente l’anticipo pensionistico per alcune categorie di lavoratori che soddisfano determinati requisiti. In pratica, permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi, quindi prima rispetto alle condizioni imposte dalla riforma Fornero. L’indennità erogata dall’Inps continua fino a quando il beneficiario raggiunge l’età per accedere alla pensione di vecchiaia o a un trattamento pensionistico anticipato.

Chi andrà in pensione nel 2025

Benché sia prematuro fare delle previsioni, è del tutto chiaro ed evidente che dal prossimo anno saranno sempre meno le possibilità di accesso alle deroghe pensionistiche per accedere a forme di pensione anticipata. In primo luogo perché Quota 103 sarà molto probabilmente soppressa per lasciare spazio al ritorno integrale alle regole Fornero. In secondo luogo perché le altre vie d’uscita, cioè Opzione Donna e Ape Sociale, dovrebbero subire un ulteriore ritocco all’insù del requisito anagrafico.

Per Opzione Donna, l’ipotesi che circola fra gli addetti ai lavori è quella di un innalzamento dell’età pensionabile fino a 62 anni di età per uomini e donne. Con possibilità di sconto sul requisito anagrafico fino a 2 anni per le lavoratrici. Per Ape Sociale, invece, si pensa a un allineamento del requisito anagrafico a 64 anni con quello previsto per le pensioni contributive anticipate già previsto dalla normativa vigente.

Riassumendo…

  • Dal prossimo anno diminuiranno ancora le possibilità di andare in pensione anticipata per i lavoratori.
  • Quota 103 è destinata a sparire a fine anno per lasciare spazio all Fornero.
  • Anche Opzione Donna e Ape Sociale potrebbero subire ulteriori restrizioni nei requisiti anagrafici.