“La tredicesima si presenta insieme come risparmio forzato e come dedicata a spese straordinarie. A differenza del risparmio individuale, che viene programmato e utilizzato secondo possibilità e scelte, appunto, individuali, la sua entità e utilizzabilità sono fuori dal controllo del singolo. È il datore di lavoro ad essere delegato a garantire che il risparmio avvenga e a renderlo disponibile solo in un particolare periodo dell´anno”, afferma Chiara Saraceno.

La tredicesima è uno dei pagamenti più apprezzati e attesi ogni anno dai lavoratori dipendenti.

Si tratta d’altronde di un’entrata aggiuntiva rispetto al tradizionale stipendio, grazie alla quale potersi togliere, ove possibile, qualche sfizio.

Lo sanno bene, ad esempio, i tanti lavoratori che beneficiando del pagamento di questa misura a dicembre, decidono di destinare tali soldi al pagamento dei regali di Natale. Per molte famiglie, invece, la tredicesima serve a tirare un sospiro di sollievo dopo un anno segnato dal preoccupante aumento generale dei prezzi che continua a pesare sulle finanze personali. A prescindere dalla destinazione dei soldi della tredicesima, si tratta di un’entrata indubbiamente importante che a breve potrebbe portare con sé interessanti novità. Ovvero l’importo erogato nel corso del 2023 potrebbe risultare più alto rispetto allo scorso anno. Ecco per quale motivo e cosa c’è da aspettarsi.

Governo al lavoro per la riforma del Fisco

Stando a quanto previsto dalla legge numero 111 del 9 agosto 2023, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale:

“Il Governo è delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, fermo restando quanto disposto dall’articolo 21, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze e, per quanto di competenza, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, di concerto con i Ministri competenti per materia, uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario”.

L’esecutivo, quindi, ha due anni di tempo per emanare dei decreti attuativi grazie ai quali poter riformare il sistema tributario italiano.

Le prossime settimane, comunque, potrebbero già dimostrarsi particolarmente rilevanti, considerano che è prevista la pubblicazione della prima valutazione generale entro il 20 settembre.

Perché la tua tredicesima 2023 potrebbe essere più alta dello scorso anno

Proprio entro la data prima citata verranno consegnate le prime proposte di intervento. Ebbene, tra i primi passi mossi dal governo si ipotizza la detassazione delle tredicesime già a partire dall’ultimo mese dell’anno in corso. In pratica il governo starebbe pensando di introdurre un’aliquota agevolata del 10- 15% su tale mensilità aggiuntiva. In questo modo verrebbe ridotto il carico fiscale sui redditi derivanti dall’attività lavorativa.

La busta paga risulterebbe pertanto più alta, contribuendo ad aumentare il potere di acquisto delle famiglie italiane. Ad annunciarlo è stato lo scorso maggio il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo. A tal proposito aveva affermato che sulla tredicesima meno tassata si sarebbe iniziato a parlare:

“quando comincerà a essere attuata la delega. […] In essa si prevede anche la flat tax incrementale per i dipendenti. Credo che la tredicesima possa essere assimilata a un reddito aggiuntivo e quindi trattata con l’aliquota agevolata del 15%. Così, tra l’altro, si sosterrebbero i consumi delle famiglie in un periodo particolare. Sarebbe un segnale molto importante, sempre tenendo conto delle risorse e del fatto che non sono possibili fughe in avanti”.

Tale detassazione, stando alle ultime indiscrezione, potrebbe essere anticipata già a dicembre 2023. Al momento, comunque, si tratta solo di ipotesi. Bisogna attendere le prossime mosse del governo e dichiarazioni ufficiali per sapere se e quando le tredicesime potranno finalmente essere più alte rispetto al passato.