Quando una persona perde il lavoro senza avere ancora maturato il diritto alla pensione può trovare utile sfruttare la Naspi per poter tamponare l’assenza di reddito proveniente proprio dalla perdita del lavoro. In alcuni casi la Naspi può tornare utile per completare il diritto alla pensione che prima della disoccupazione non era spettante.

Oggi rispondendo al quesito di una nostra lettrice possiamo approfondire l’argomento relativo alla contribuzione figurativa da Naspi che come dicevamo per molti, oltre a rappresentare un valido strumento reddituale nei periodi di non lavoro, può rappresentare anche il giusto completamente di una carriera contributiva carente dal punto di vista del numero di anni di contributi che servono per una pensione.

“Buongiorno, sono una lavoratrice dipendente di 65 anni di età che ha appena ricevuto la triste notizia della chiusura del negozio di abbigliamento dove facevo la commessa. Purtroppo la perdita di questo posto di lavoro mi causa più di qualche pensiero perché avrò problemi ad andare in pensione. Questo, dal momento che mi fermo a 18 anni di contributi. Infatti il primo gennaio ho fatto esattamente 18 anni di lavoro presso questo negozio di moda che mi ha assunto fin dal primo giorno di apertura. Come faccio ad andare in pensione adesso se non sono arrivata a 20 anni di contributi? I 18 anni di contributi versati non mi serviranno? Mi trovo davvero spiazzata dalla chiusura improvvisa di questo negozio e dalla mancata prosecuzione di una carriera che pensavo mi potesse accompagnare alla pensione.”

Perdere il lavoro, cosa accade alla pensione per chi prende la NASPI

Perdere il lavoro in tarda età purtroppo espone gli interessati a un rischio maggiore rispetto a quanto accade a un giovane. Infatti la perdita di un lavoro di un ragazzo giovane può essere meglio ammortizzata perché sicuramente è più semplice trovare nuova occupazione rispetto a un anziano.

A una certa età, inventarsi un nuovo lavoro o trovarne un altro non rappresenta certo la cosa più semplice che esiste. Per questo a chi perde un lavoro involontariamente lo Stato offre una ammortizzatore sociale meglio noto come Naspi.

La Naspi si può prendere anche da anziani, purché non ci sia il godimento di un trattamento pensionistico. Non conta quindi l’età. L’indennità per disoccupati INPS può arrivare come durata a 24 mesi. In questo caso una Naspi così lunga è ad appannaggio di soggetti che hanno quattro anni consecutivi di assunzione. E la nostra lettrice pare sia una di queste. In altri termini lei avrà diritto a due anni di Naspi e quindi dal punto di vista reddituale potrà coprire, anche se solo in parte, la carenza derivante dalla perdita del lavoro.

NASPI, figurativi e cosa bisogna capire prima di andare in quiescenza

La Naspi non è mai pari allo stipendio percepito anche perché come vedremo adesso, le regole di calcolo dell’indennità di disoccupazione INPS sono abbastanza chiare. E questo per la pensione non può non incidere come vedremo in seguito. L’indennità Naspi può arrivare al 75% dello stipendio medio percepito da un lavoratore durante gli ultimi quattro anni di assunzione.

Allo stesso modo la durata della Naspi è pari alla metà delle settimane di assunzione che l’interessato ha avuto, sempre negli ultimi quattro anni. Oltretutto dopo i primi mesi di fruizione l’indennità cala del 3% al mese in maniera progressiva. Quindi, la nostra lettrice prenderà ossigeno dalla Naspi e per ben due anni sarà coperta. Anche se man mano che passano i mesi indennizzati, prenderà sempre di meno.

E come durante gli stipendi, anche durante la Naspi un lavoratore può godere della relativa contribuzione per la pensione, naturalmente commisurata a ciò che percepisce.

Cosa cambia sulla pensione durante la Naspi?

La nostra lettrice non subirà gravi conseguenze dal fatto che ha perso il lavoro dal punto di vista pensionistico.

O almeno, non rischia di perdere il diritto alla pensione. Infatti i contributi della Naspi sono perfettamente validi sia per il calcolo della pensione che per il diritto alla stessa. Significa che i due anni di contribuzione che gli mancano dal momento che si interrompe l’attività lavorativa che l’ha portata a maturare i 18 anni di contributi versati, li recupererà come figurativi con la Naspi.

Per questo lei potrà, a 67 anni dopo la Naspi, andare in pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 anni di contributi versati.

Occhio all’importo del trattamento pensionistico, cambia molto in Naspi

A voler essere pignoli, essendo la Naspi inferiore allo stipendio, la nostra lavoratrice percepirà un’indennità che garantirà una contribuzione figurativa inferiore a quella che invece gli garantiva l’assunzione. Infatti sono sempre meglio due anni di lavoro e di contributi da lavoro rispetto a due anni di indennità di disoccupazione e contributi da Naspi. Resta il fatto che anche se i suoi 20 anni di contributi comprensivi di Naspi, saranno maturati successivamente ai 67 anni di età, nulla impedirà a lei di prendere la disoccupazione fino alla maturazione del diritto alla pensione.

Infatti più che l’età del pensionamento conta il diritto alla pensione. La Naspi può essere percepita anche oltre i 67 anni. E fino a quando un disoccupato non matura il requisito idoneo alla maturazione della pensione di vecchiaia ordinaria.