“L’aumento dell’età pensionabile […] e la diminuzione della speranza di vita dovuta alla disgraziata pandemia che ci ha colpito hanno di sicuro reso un pregevole servizio a tutti i lavoratori onesti e ahimè assai sfortunati, o no?“, si chiede Carl William Brown. Un quesito più che lecito, considerando il difficile periodo storico in cui ci ritroviamo a vivere.

Il Covid, infatti, ha avuto un impatto non indifferente sulle nostre esistenze, sia dal punto di vista economico che sociale. Il modo di relazionarsi con gli altri è cambiato, mentre molte famiglie si ritrovano a dover fare i conti con delle minori entrate.

Fortunatamente, però, giungono delle buone notizie. I prossimi due anni, ovvero nel 2023 e nel 2024, infatti, si registrerà un aumento dei trattamenti pensionistici proprio grazie al Covid. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Piccolo aumento pensioni 2023 e 2024 grazie al Covid: ecco chi lo ottiene (senza domanda)

Grazie alla Legge di Bilancio il governo Meloni sta mettendo a punto tutta una serie di misure volte a favorire il rilancio dell’economia nazionale. In particolare a partire dal 2023 si registreranno degli aumenti degli importi delle pensioni. Proprio soffermandosi su quest’ultime, gli importi saranno leggermente più alti per via del Covid. Ma per quale motivo?

Ebbene, questo sarà possibile grazie ai coefficienti di trasformazione del montante contributivo che risulteranno più favorevoli rispetto al biennio 2021-2022. I coefficienti del montante contributivo sono utilizzati per determinare la quota contributiva della pensione. In genere vengono aggiornati ogni due anni e il loro valore differisce a seconda della variazione della speranza di vita dei cittadini di 65 anni.

Coefficienti di trasformazione del montante contributivo favorevoli

A causa dell’aumento della mortalità tra i più anziani a causa del Covid, pertanto, i coefficienti del prossimo biennio saranno più alti. Entrando nei dettagli i nuovi coefficienti di trasformazione del montante risultano più favorevoli rispetto a quelli precedenti con una percentuale che oscilla dal 2,01% fino ad arrivare al 2,92% per coloro che hanno un’età compresa tra 57 e 71 anni.

A titolo di esempio, così come riportato da Il Sole 24 Ore: in presenza di un montante contributivo da 150 mila euro, una persona che va in pensione all’età di 67 anni nel 2022 percepisce una quota contributiva di 643,27 euro lordi per 13 mensilità. Se invece una persona, a parità di condizioni, va in pensione nel 2023, avrà diritto ad una quota contributiva pari a 660,35 euro. In pratica si registrerà un aumento pari a circa 20 euro al mese. Un piccolo incremento dell’importo delle pensioni che aiuterà ad affrontare le spese con una maggior serenità.