Nonostante tutto, opzione donna resta una misura molto favorevole per il pensionamento anticipato. Le lavoratrici continuano a guardare a questa misura con positività, tanto che si continua a chiederne il passaggio da sperimentale a definitiva. Certo, tra le penalizzazioni dell’assegno dovute al ricalcolo contributivo e le modifiche introdotte negli ultimi anni, l’opzione donna è diventata meno favorevole e quindi meno sfruttata.

Non è detto che la misura resterà attiva nel 2025, poiché si parla sempre meno di una sua eventuale proroga.

Ecco perché è necessario capire come sfruttarla ancora oggi, anche perché è una di quelle misure che consente di lasciare il lavoro anche con diritto maturato anni prima.

Più facile andare in pensione a 63 anni con opzione donna: ecco perché

Le modifiche che il governo ha introdotto nel 2023 e nel 2024 hanno escluso alcune lavoratrici dalla misura. Tuttavia, ci sono ancora lavoratrici che possono sfruttare i benefici di questa misura alla vecchia maniera, ovvero come funzionava una volta.

Chi ha compiuto 58 o 59 anni nel 2023 o nel 2024 difficilmente può accedere alla misura, a meno che non rientri in particolari categorie. Tuttavia, ci sono donne che hanno completato 35 anni di contributi in passato e che oggi hanno 60, 61, 62 o più anni e si trovano nel dubbio se poter sfruttare ancora la misura. Distinguendo le lavoratrici per anno di nascita, si può fare un quadro esatto della situazione e spiegare come è possibile prendere la pensione con opzione donna senza essere spiazzati dalle recenti modifiche.

Tutti i cambiamenti sopraggiunti su opzione donna

Fino al 2022, opzione donna era una misura aperta a tutte le lavoratrici, sia del settore pubblico che privato, sia autonome che dipendenti. Il Regime contributivo sperimentale per le donne aveva i seguenti requisiti da centrare entro il 31 dicembre 2021:

  • 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti;
  • 59 anni di età per le lavoratrici autonome;
  • 35 anni di contributi previdenziali versati.

Dal 2023, sono state introdotte novità stringenti, proseguite nel 2024.

Per chi ha maturato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022, i requisiti e le categorie di riferimento sono cambiati così:

  • 58 anni di età per le lavoratrici di aziende con tavoli di crisi aperti al Ministero del Made in Italy o licenziate;
  • 58 anni di età per le caregiver e le invalide con due o più figli;
  • 59 anni di età per le caregiver e le invalide con un solo figlio;
  • 60 anni di età per le caregiver e le invalide senza figli.

Nel 2024, i requisiti sono ulteriormente cambiati:

  • 59 anni di età per le lavoratrici di aziende con tavoli di crisi aperti al Ministero del Made in Italy o licenziate;
  • 59 anni di età per le caregiver e le invalide con due o più figli;
  • 60 anni di età per le caregiver e le invalide con un solo figlio;
  • 61 anni di età per le caregiver e le invalide senza figli.

La pensione a 63 anni con solo 35 anni di contributi

La pensione con opzione donna è sempre calcolata con il sistema contributivo e finestre di attesa di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Per tutte le donne che oggi hanno 63 anni, le porte di opzione donna restano favorevoli, senza vincoli e senza limiti, indipendentemente dalle novità introdotte dal governo nel 2023 e nel 2024.

Parliamo quindi di donne che hanno almeno 63 anni e che possono sfruttare opzione donna anche oggi, purché abbiano completato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021. Per chi si trova oggi con questa età anagrafica e con quell’anzianità contributiva nel 2021, la possibilità di andare in pensione con opzione donna nel 2024 è identica a quella che avevano le lavoratrici a quell’epoca. Con 63 anni di età e 35 anni di contributi oggi è possibile sfruttare opzione donna, a prescindere dal fatto che oggi la misura sia destinata solo a quelle categorie specifiche prima citate.