In Italia, la previdenza complementare riveste un ruolo cruciale in un contesto dove la pensione pubblica, erogata dall’INPS, potrebbe non essere sufficiente a garantire un tenore di vita adeguato ai pensionati.

A causa delle riforme pensionistiche e dell’invecchiamento della popolazione, le future generazioni rischiano di ricevere pensioni pubbliche significativamente ridotte rispetto all’ultimo stipendio percepito. La previdenza complementare permette ai lavoratori di accumulare un capitale aggiuntivo attraverso fondi pensione aperti, chiusi o piani individuali pensionistici (PIP). Questo sistema di risparmio e investimento offre vantaggi fiscali, flessibilità nei contributi e la possibilità di ottenere anticipazioni in caso di necessità.

Integrare la pensione pubblica con la previdenza complementare è essenziale per assicurare una maggiore sicurezza economica durante la pensione e mantenere un livello di vita soddisfacente.

Ma quanto costa oggi costruirsi la pensione?

I fondi pensione complementare

Prima di provare alla domanda è opportuno fare una sintesi dell’attuale struttura della previdenza complementare italiana. Il sistema include:

  • fondi pensione chiusi o negoziali – questi fondi sono destinati a specifiche categorie di lavoratori (ad esempio, dipendenti di una certa azienda o settore) e sono gestiti da enti senza scopo di lucro. La partecipazione può essere obbligatoria o volontaria in base agli accordi contrattuali
  • fondi pensione aperti – si tratta di quelli sono aperti a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla categoria lavorativa. Sono gestiti da banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e altre istituzioni finanziarie
  • Piani Individuali Pensionistici (PIP) – sono contratti assicurativi che possono essere sottoscritti da singoli individui con compagnie di assicurazione.

Le prestazioni ricevute

In merito alle prestazioni legate alla previdenza complementare, occorre distinguere tra diverse soluzioni tra anticipazioni e riscatti fondi pensione. In particolare:

  • pensioni complementari: una volta raggiunta l’età pensionabile, gli aderenti ricevono una pensione complementare che si aggiunge alla pensione pubblica
  • riscatti parziali o totali: in caso di particolari eventi (come malattia grave, disoccupazione, ecc.), è possibile richiedere il riscatto parziale o totale del capitale accumulato
  • anticipazioni: è possibile richiedere anticipazioni del capitale accumulato per determinate esigenze, come l’acquisto della prima casa o spese sanitarie.

Previdenza complementare: quanto costa oggi costruirsi la pensione in Italia

Il costo della previdenza complementare in Italia può variare in base a diversi fattori, tra cui il tipo di fondo pensione scelto, le commissioni applicate, e l’ammontare dei contributi versati.

Con riferimento ai:

  • contributi del lavoratore: ogni lavoratore può scegliere l’importo da versare, che può essere una percentuale del reddito o una somma fissa. Generalmente, i lavoratori destinano una percentuale del loro stipendio che varia dal 1% al 10%.
  • contributi del datore di lavoro: nei fondi pensione negoziali, spesso i datori di lavoro contribuiscono con una percentuale del salario del dipendente. Questo importo può essere specificato nei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).

Ai contributi, ci sono da aggiungere le commissioni e spese. Ci sono, ad esempio, commissioni di

  • sottoscrizione: alcuni fondi pensione potrebbero applicare una commissione iniziale quando si aderisce
  • gestione: sono le commissioni annuali addebitate per la gestione del fondo pensione. Queste possono variare notevolmente, solitamente oscillando tra lo 0,5% e il 2% del patrimonio gestito
  • performance: alcuni fondi potrebbero applicare commissioni aggiuntive basate sulle performance del fondo
  • trasferimento: un lavoratore decide di trasferire il proprio capitale accumulato da un fondo pensione a un altro, potrebbe essere applicata una commissione.

Non mancano le spese amministrative che alcuni fondi possono addebitare per l’amministrazione del piano pensionistico.

Esempio calcolo e vantaggi fiscali dei fondi pensione complementare

Se, dunque, un lavoratore versa il 5% del proprio stipendio annuo di 30.000 euro in un fondo pensione, il contributo annuo sarà di 1.500 euro. Se il datore di lavoro contribuisce con un ulteriore 2%, aggiungendo 600 euro, il totale dei contributi sarà di 2.100 euro all’anno.

Se il fondo pensione applica una commissione di gestione dell’1%, su un capitale accumulato di 20.000 euro, la commissione sarà di 200 euro all’anno.

Ai fondi di pensione complementare, tuttavia, sono legati benefici fiscali che permettono di abbatterne il peso sul reddito personale e sull’IRPEF. Prevista la deducibilità dei contributi: i contributi versati alla previdenza complementare sono deducibili dal reddito imponibile fino a un massimo di 5.164,57 euro all’anno (vedi circolare oneri deducibili). Inoltre, le rendite e i capitali erogati dalla previdenza complementare sono tassati in modo agevolato rispetto ad altre forme di investimento.

Riassumendo

  • la previdenza complementare integra la pensione pubblica INPS in Italia
  • esistono fondi pensione chiusi, aperti e piani individuali pensionistici (PIP)
  • i contributi possono provenire da lavoratori e datori di lavoro
  • commissioni e spese variano tra fondi pensione
  • i contributi sono deducibili fino a 5.164,57 euro annui
  • rendite e capitali hanno tassazione agevolata rispetto ad altri investimenti
  • la previdenza complementare garantisce maggiore sicurezza economica ai pensionati
  • è cruciale in un sistema con pensioni pubbliche potenzialmente insufficienti.