Con la fine vicina dell’estate, il governo Meloni si avvicina alla fine dell’anno. C’è da varare la manovra di bilancio 2025. Bisogna trovare le risorse per misure nuove e per prorogare misure in scadenza. Tra le numerose decisioni da prendere, spiccano alcune agevolazioni fiscali che potrebbero non essere rinnovate, creando incertezze per i contribuenti.
Tra queste, due importanti incentivi riguardano il settore dell’arredamento e degli spazi verdi: il bonus mobili e il bonus verde, che hanno rappresentato, negli ultimi anni, un sostegno significativo per chi desidera rinnovare la propria abitazione o valorizzare le aree esterne.
Ma cosa accadrebbe se questi incentivi non fossero prorogati? E quali sono i dettagli di questi due strumenti fondamentali?
Bonus mobili: un sostegno per rinnovare la casa
Il bonus mobili è stato uno degli strumenti più apprezzati da chi ha deciso di intraprendere lavori di ristrutturazione domestica. Questa agevolazione, attiva da alcuni anni, consente di ottenere una detrazione fiscale del 50% sui costi sostenuti per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Detti beni devono destinarsi ad arredare immobili sottoposti a interventi di ristrutturazione.
Tuttavia, è importante sottolineare che il bonus è strettamente legato al bonus ristrutturazioni. Solo chi avvia lavori di riqualificazione edilizia può accedere anche al bonus mobili. Quindi, deve esserci anche bonus ristrutturazione 50%.
Nel dettaglio, il beneficio si applica a mobili ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (per i forni, la classe minima è A). La detrazione si suddivide in dieci rate annuali di uguale importo. Tuttavia, l’ammontare massimo di spesa su cui calcolare la detrazione varia in base all’anno della spesa. Per il 2024, ad esempio, il limite è fissato a 5.000 euro, garantendo una detrazione massima di 2.500 euro.
È essenziale che i pagamenti siano effettuati tramite strumenti tracciabili, come bonifici bancari o carte di credito (non è prevista la possibilità di utilizzare assegni per questo specifico bonus).
Una delle condizioni fondamentali per accedere al bonus mobili è la data di inizio dei lavori di ristrutturazione. Solo gli interventi avviati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente possono beneficiare dell’agevolazione per le spese sostenute l’anno successivo. Questo significa, ad esempio, che per ottenere il bonus per spese effettuate nel 2024, i lavori di ristrutturazione devono essere iniziati dopo il 1° gennaio 2023. Questa regola consente di evitare abusi e garantisce che il bonus venga utilizzato per effettive esigenze di rinnovo dell’abitazione.
Bonus verde: l’incentivo per valorizzare gli spazi esterni
Il bonus verde, meno conosciuto ma altrettanto importante, offre la possibilità di detrarre il 36% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione o realizzazione ex novo di aree verdi private o condominiali.
Come per il bonus mobili, anche il bonus verde prevede un tetto massimo di spesa. L’importo detraibile è calcolato su una spesa massima di 5.000 euro per ciascuna unità immobiliare, con un beneficio fiscale massimo di 1.800 euro. Anche in questo caso, la detrazione si suddivide in dieci rate annuali di uguale importo. È importante ricordare che il pagamento delle spese deve avvenire tramite mezzi tracciabili, come bonifici o carte di credito, ma a differenza del bonus mobili, è possibile utilizzare assegni per questo tipo di interventi.
Gli interventi coperti dal bonus verde includono sia la realizzazione di nuovi giardini, terrazzi e balconi, sia la ristrutturazione radicale di quelli già esistenti (circolare bonus casa n. 17/E del 2023). Ciò significa che è possibile usufruire del bonus anche per lavori di rifacimento di aiuole, impianti di irrigazione, ecc., a patto che le spese siano documentate e tracciabili. Anche qui non serve bonifico parlante. Il bonus rappresenta quindi un’occasione imperdibile per chi desidera migliorare il comfort e l’estetica degli spazi esterni, contribuendo al tempo stesso al miglioramento ambientale.
Cosa succede se i bonus non vengono prorogati?
La possibilità che il bonus mobili e il bonus verde non vengano prorogati oltre la scadenza del 31 dicembre 2024 solleva alcune preoccupazioni tra i contribuenti. Se questi incentivi fiscali dovessero terminare, si potrebbero verificare due scenari principali. Da un lato, molti potrebbero essere spinti ad anticipare le spese per la ristrutturazione, l’arredo e/o per rifare il giardino, cercando di usufruire delle agevolazioni prima della loro scadenza definitiva.
Questo comporterebbe un impatto immediato sui bilanci familiari, con un aumento della pressione economica per coloro che non avevano pianificato interventi a breve termine.
Dall’altro lato, l’assenza di incentivi fiscali potrebbe ridurre significativamente la domanda nel settore del mobile e del verde, frenando di fatto gli investimenti nel miglioramento abitativo e nell’ambiente esterno. Questo potrebbe colpire non solo le famiglie, ma anche le imprese del settore, che rischierebbero un calo di commesse. In particolare, il comparto dell’arredamento e del giardinaggio potrebbe risentire di un rallentamento nelle vendite, con ripercussioni sull’intero indotto.
Per questi motivi, la proroga di tali bonus potrebbe risultare fondamentale non solo per sostenere le famiglie italiane, ma anche per garantire la continuità di un settore che, negli ultimi anni, ha beneficiato di questi incentivi. L’incertezza attuale rende quindi indispensabile una riflessione attenta da parte del governo, che dovrà bilanciare le esigenze di bilancio con la necessità di stimolare l’economia e supportare i cittadini.
Riassumendo…
- Il bonus mobili offre detrazioni del 50% per l’acquisto di mobili legati a ristrutturazioni edilizie.
- Il bonus verde consente una detrazione del 36% per migliorare spazi verdi privati o condominiali.
- Entrambi i bonus richiedono pagamenti tracciabili, come bonifici o carte di credito, per essere validi.
- Il bonus mobili è valido per spese su ristrutturazioni avviate dal il 1° gennaio dell’anno precedente.
- Se i bonus non venissero prorogati oltre il 31 dicembre 2024, i contribuenti potrebbero anticipare le spese, impattando i bilanci familiari.
- La mancata proroga influirebbe negativamente sul settore del mobile e del giardinaggio.