Nell’attesa che quanto prima riprenda il tavolo di confronto sulla riforma, intanto sul piatto della bilancia resta ancora la possibilità di pensione 63 anni. La proposta è quella del presidente dell’INPS, Pasquale Tridico.

Potrebbe essere una strada percorribile che evita il ritorno alla Fornero nel 2023, e quindi, pensione a 67 anni per tutti.

Altra ipotesi a cui si pensa è una Quota 41 per tutti, ossia possibilità di pensionamento con 41 anni di anzianità contributiva ed a prescindere dall’età anagrafica.

Una pensione 63 anni, subito la quota contributiva

Il 31 dicembre 2022, come noto, segnerà la fine di Quota 102, salvo colpi di scena.

D’altronde la soluzione è stata pensata come transitoria per il solo anno in corso. Il sistema permette il pensionamento anticipato, nel 2022, con:

  • 64 anni di età
  • e 38 anni di contributi.

Il governo e parti sociali sono chiamati, da qui a fine anno, a rimettersi al lavoro per la riforma pensioni. Tra le proposte tiene banco quella di Tridico. Si tratta della possibilità di pensione 63 anni subito con la quota maturata dal punto di vista contributivo e poi a 67 anni si aggiungerebbe anche quella retributiva.

Quindi, un uscita dal mondo del lavoro a 63 anni con un assegno pensionistico calcolato con il metodo contributivo. Il pensionato poi dovrà aspettare il compimento dei 67 anni per avere anche la quota retributiva.

Una soluzione non molto dispendiosa per le casse dello Stato (servirebbero risorse intorno ai 400 milioni di euro per il primo anno).