Il Dossier Pensioni è sempre al centro dell’agenda del Governo. Sin da giovani non ci poniamo il problema dell’assegno previdenziale: è l’ultimo dei problemi.

Anche se i soldi non possono comprare la felicità, è bene fin da giovani pensare a risparmiare e a mettere i soldi da parte per vivere felici una volta ritiratisi dal mercato occupazionale.

La domanda a cui rispondiamo è:

“Quanto devo guadagnare per vivere tranquillamente in pensione?”.

Pensione: quanto devo guadagnare per vivere tranquillamente?

Risparmiare per la pensione è una buona strategia per vivere tranquillamente.

In media, è necessario guadagnare tra i 23.000 e i 27.000 euro all’anno in pensione per godersi una vita felice e serena.

Questo importo varia a seconda della pensione e del settore. Coloro che si sono laureati e hanno frequentato l’Università conseguendo un titolo di studio di primo e/o di secondo livello hanno statisticamente maggiori probabilità di guadagnare più soldi (e quindi maggiori possibilità di andare in pensione prima) rispetto a coloro che non hanno conseguito alcuna laurea.

I laureati hanno opportunità di lavoro più gratificanti e sono maggiormente retribuiti rispetto ai non laureati. Inoltre, i laureati possono riscattare la laurea.

Pensioni “felici”: il riscatto della laurea

Abbiamo sottolineato il fatto che i pensionati più “felici”, ovvero quelli che guadagnano di più e hanno un assegno previdenziale più elevato, sono coloro che hanno conseguito una laurea di primo e/o di secondo livello.

I laureati oltre ad aspirare a posti di lavoro più gratificanti e maggiormente retribuiti hanno la possibilità di riscattare la laurea.

Come riporta l’INPS, si possono riscattare:

  • i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni;
  • i diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
  • i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
  • i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge.

Non si possono riscattare i periodi di iscrizione fuori corso e quelli già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto.

Ai fini del calcolo dell’assegno ai fini pensionistici, la rivalutazione del montante individuale dei contributi afferente ai periodi oggetto di riscatto ha effetto dalla data di presentazione della domanda da parte del soggetto interessato.

Si pensi ad un soggetto che voglia riscattare quattro anni di laurea. Considerando una retribuzione lorda dell’ultimo anno pari a 32.170 euro, l’importo da pagare per riscattare quattro anni è pari a 42.464,40 euro (32.170 x 33% =10.616,10 x 4 anni = 42.464,40).

Pensioni “felici”: integrare la pensione obbligatoria con una pensione complementare

Non è mai troppo presto iniziare a pensare alla propria pensione.

“Perché dovrei pensare alla mia pensione se ho 20/25 anni?”,

è questa la domanda più ricorrente tra i giovani. Accedere a uno strumento pensionistico integrativo è fondamentale. Capire quali sono le nostre esigenze è fondamentale per fare la scelta dello strumento più adeguato.

Quando si è lavoratori giovani o giovanissimi la necessità della pensione può sembrare meno immediata.

Accumulare attraverso un piano pensionistico è molto utile perché man mano che si cresce da un punto di vista carrieristico, la prospettiva del beneficio fiscale diventa sempre più interessante.

A quaranta/quarantacinque anni si avvicina il picco della capacità lavorativa e di guadagno, è proprio in questa fase che è necessario pensare ad integrare la pensione.

Si può optare per l’adesione ad un fondo chiuso, aperto, piano individuale pensionistico e piano di accumulo capitale.