Per andare in pensione occorre sempre possedere requisiti contributivi e anagrafici ben definiti. La soglia minima di contributi versati, anche volontariamente, per ottenere la pensione nel nostro ordinamento è di 20 anni. Esistono delle eccezioni per le quali si può ottenere la rendita anche con un numero di anni di contributi inferiore, ma si tratta di casi sempre più rari.

Normalmente con almeno 20 anni di contribuzione si può accedere alla pensione di vecchiaia il cui requisito anagrafico è posto a 67 anni di età.

Non è una soglia fissa, ma dipendente dalle aspettative di vita e quindi tendente a salire con il tempo. Dal 2027, infatti, l’età anagrafica molto probabilmente tornerà a salire. Finora è stata congelata per via degli effetti della pandemia che ha frenato la speranza di vita degli italiani.

Come si calcola la pensione con 20 anni di contributi

Detto questo, ci si chiede quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi al raggiungimento dei 67 anni di età. Dare una risposta precisa non è semplice, anche se oggi i simulatori che si trovano in rete permettono di ottenere dei risultati che molto si avvicinano alle cifre che l’Inps liquiderà al momento della domanda di pensione

Molte sono le variabili che incidono sui conteggi, a cominciare dall’inflazione che determina, sia la rivalutazione del montante contributivo sul quale è calcolata la rendita, sia dai coefficienti di trasformazione che sono aggiornati ogni due anni dal governo. Non solo.

Se un assicurato ha alle spalle una carriera lavorativa lineare e continua, il calcolo approssimativo della pensione risulta abbastanza semplice. Ma se, viceversa, sono presenti nell’estratto contributivo periodi vacanti, buchi previdenziali o periodi di disoccupazione anche in diverse gestioni, il calcolo diventa difficile.

Ricordiamo, infine, che bisogna tener presente che più passano gli anni meno corposa sarà la pensione per effetto dell’esaurimento del sistema di calcolo retributivo.

Per chi, ovviamente, può far valere anni di contribuzione ante il 1996.

Un esempio pratico

Ma facciamo un esempio pratico per cercare di capire quanto spetta di pensione a un lavoratore con 20 anni di contributi alle spalle all’età di 67 anni nel sistema di calcolo contributivo. Un dipendente o autonomo con una retribuzione media di 25 mila euro all’anno, potrà contare su un montante contributivo di circa 180 mila euro. Questa è la base di partenza.

A questa cifra bisogna applicare il relativo coefficiente di trasformazione che per 67 anni di età, per uomini e donne, corrisponde al 5,723%. Salta fuori un importo della pensione che è pari a 10.301 euro su base annua, cioè 792 euro al mese. Per tredici mensilità. Ovviamente se si decide di andare in pensione più tardi o il montante contributivo è più alto, anche la pensione aumenta di conseguenza.

Diverso sarà il calcolo per chi ha dei versamenti anche nel periodo antecedente il 1996 sul quale è applicato il metodo di calcolo retributivo. Per questi lavoratori la pensione sarà leggermente più alta perché quella parte di pensione è calcolata col metodo della riserva matematica a valere sull’importo medio delle ultime retribuzioni percepite.

Ne consegue, per chi ricade nel sistema contributivo, un tasso di sostituzione molto basso per 20 anni di contributi versati. Mentre sarebbe più alto se gli anni di lavoro fossero maggiori o se il lavoratore può far valere periodi assicurativi anche nel sistema retributivo.

Riassumendo…

  • Per andare in pensione con 20 anni di contributi bisogna raggiungere i 67 anni di età.
  • Il calcolo è effettuato sia col sistema contributivo che con quello retributivo per chi ne ha diritto.
  • L’importo della pensione è determinato dall’applicazione dei coefficienti di trasformazione.