Oggi Quota 103 rappresenta una valida opportunità per coloro che desiderano anticipare il pensionamento rispetto ai requisiti ordinari. Questa misura consente di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni di età anagrafica e con 41 anni di contributi, un’opzione attiva anche per il 2023. Tuttavia, accedere a Quota 103 implica accettare un assegno mensile ridotto rispetto alla pensione anticipata ordinaria.

Un lettore ha inviato il seguente quesito alla nostra redazione:

“Salve, sono un lavoratore dipendente e nel 2024 ho maturato 41 anni di contributi e raggiunto il 62° anno di età. Ho sempre avuto un contratto di lavoro part-time. Mi chiedo se, in tal caso, posso sfruttare Quota 103 per andare in pensione e se perdo molto sulla pensione rispetto a chi, nella mia stessa situazione, abbia sempre avuto un contratto full-time.”

Tipologie di contratti part-time

Prima di rispondere, è utile chiarire che esistono diversi tipi di contratti part-time:

  • part-time orizzontale: l’orario lavorativo è ridotto tutti i giorni lavorativi, quindi si lavora tutti i giorni ma con un orario inferiore rispetto a quello ordinario;
  • part-time verticale: si lavora solo alcuni giorni della settimana, del mese o in determinati periodi dell’anno;
  • part-time misto: una combinazione dei due precedenti, lavorando alcuni giorni con orario ridotto.

Il lavoro part-time è comune sia nel settore privato che in quello pubblico.

Talvolta è proposto dall’azienda o dall’ente, altre volte è richiesto dal lavoratore per esigenze personali.

Quota 103: requisiti e applicazione

La Legge di Bilancio 2024 ha prorogato la “pensione anticipata flessibile”, conosciuta come “Quota 103”. Questa misura richiede due condizioni minime: un’anzianità contributiva di 41 anni e un’età anagrafica di almeno 62 anni, totalizzando 103. Questa opportunità è stata estesa per tutto il 2024.

Possono accedere a Quota 103 tutti i lavoratori del settore privato e pubblico, compresi autonomi e iscritti alla Gestione Separata INPS. Restano esclusi il personale militare, le Forze di Polizia, il Corpo dei Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza e i liberi professionisti iscritti alle rispettive casse.

Il calcolo della pensione per chi matura i requisiti nel 2024 sarà interamente contributivo. Il trattamento pensionistico sarà riconosciuto entro un importo lordo mensile massimo pari a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.459,08 euro). Questo limite massimo si applica fino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, attualmente fissato a 67 anni.

Trovi qui quanto si perde con la pensione Quota 103.

La pensione Quota 103 non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo fino al raggiungimento dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia. È invece cumulabile con redditi da lavoro autonomo occasionale entro il limite annuo di 5.000 euro lordi complessivi.

Lavoro part-time e anzianità contributiva

Rispondendo al nostro lettore, è importante sottolineare che il contratto di lavoro part-time non incide sugli anni di anzianità contributiva. Infatti, il periodo di lavoro part-time viene considerato per intero (52 settimane per ogni anno) ai fini del diritto alla pensione.

Tuttavia, la questione cambia quando si parla del montante contributivo. Un contratto di lavoro part-time implica una retribuzione mensile inferiore rispetto a un full-time, il che si traduce in un assegno mensile di pensione più basso rispetto a chi ha lavorato a tempo pieno. Di conseguenza, i periodi di lavoro part-time, riducendo il montante contributivo, potrebbero indurre l’interessato a posticipare la data del pensionamento per raggiungere l’importo pensionistico desiderato.

Quota 103 e lavoro part-time: si può andare in pensione prima?

Quindi, il nostro lettore possiede i requisiti anagrafici e gli anni di contributi necessari per andare in pensione con Quota 103. Tuttavia, dovrà accettare un assegno mensile inferiore rispetto a chi, con gli stessi requisiti, ha sempre avuto un contratto di lavoro full-time.

In sintesi, la pensione anticipata flessibile Quota 103 offre un’interessante possibilità di pensionamento anticipato, ma è essenziale considerare l’impatto sulla pensione mensile.

Per coloro che hanno lavorato part-time, la pensione sarà calcolata sulla base di contributi più bassi, influenzando l’importo finale. Questa misura rimane una valida opzione, soprattutto per chi ha necessità di uscire dal mondo del lavoro prima del previsto, ma è cruciale valutare attentamente le conseguenze economiche a lungo termine.