Quota 103 sarà l’ultima possibilità per andare in pensione in anticipo? Come canta Samuele Bersani con il brano Sicuro precariato: “Ho saputo già dal preside e dagli altri che vi siete alzati stanchi. Ma è l’ultima possibilità che ho di chiedervi il piacere, vorrei sapere chi mi imita e perché”.

Nel corso della vita può capitare a tutti di avere o dare un’ultima possibilità. Una situazione che può riguardare la sfera privata, quella lavorativa e anche i rapporti burocratici.

Tanti, infatti, sono gli adempimenti per cui bisogna rispettare determinati requisiti e scadenze. In caso contrario si rischia di perdere l’accesso a dei diritti e agevolazioni di proprio interesse.

Quota 103 sarà l’ultima possibilità per andare in pensione anticipata?

Lo sanno bene i tanti lavoratori che, dopo aver trascorso buona parte della propria esistenza a lavorare, non vedono l’ora di poter andare in pensione. A tal fine bisogna aver maturato una determinata età anagrafica e numero di contributi. Proprio i requisiti di accesso al trattamento pensionistico sono stati oggetto, nel corso degli anni, di continue modifiche. Stando alle ultime indiscrezioni, inoltre, sembra che tale situazione si riproporrà anche in vista del 2025.

Il governo guidato da Giorgia Meloni, infatti, sembra fortemente intenzionato ad apportare delle novità al sistema pensionistico del nostro Paese. La situazione delle casse statali, però, non è delle più rosee. Per questo motivo l’esecutivo potrebbe decidere di rimandare la tanto attesa riforma delle pensioni, prediligendo invece la strada della proroga di alcune misure attualmente in vigore. Il tutto a patto di apportare dei correttivi.

In particolare si fa sempre più largo l’ipotesi che possa essere confermata anche per il 2025 quota 103. Grazie a quest’ultima è possibile andare in pensione all’età di 62 anni, purché il lavoratore interessato abbia maturato almeno 41 anni di contributi. Proprio Quota 103, dovete sapere, potrebbe essere l’ultima possibilità per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Ma per quale motivo?

Quota 41 per tutti: le possibili mosse del governo

Stando ai dati dell’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio Inps si registra un calo dell’interesse nei confronti delle pensioni anticipate. Basti pensare che nel 2022 ne sono state erogate più di 260.400. Nel 2023, invece, si è scesi a quota 227.639. Nonostante un calo non indifferente, le pensioni anticipate continuano a pesare sulle casse dello Stato. E pertanto sono finite sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea e della Ragioneria dello Stato italiano.

In particolare è stato stimato che la spesa pensionistica rispetto al PIL potrebbe aumentare in modo esponenziale a partire dal 2029, fino a raggiungere un picco pari a 17% nel 2040. Il nostro Paese, pertanto, potrebbe decidere di dire addio alle misure attualmente disponibili per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Ne consegue che Quota 103 finirebbe per rappresentare l’ultimo baluardo della strada intrapresa dal governo Conte con Quota 100.

Al suo posto potrebbe essere introdotta Quota 41 per tutti. Una misura che permetterebbe di andare in pensione a qualsiasi età, purché il soggetto interessato abbia maturato 41 anni di contributi. Anche questa misura, però, non è gratuita. Anzi, si stima che a regime peserebbe sulle casse statali per ben 9 miliardi di euro. Per abbattere i costi si potrebbe optare per Quota 41 basata sul sistema contributivo. In questo caso l’importo dell’assegno potrebbe subire una riduzione pari al 15%.

Al momento comunque, è bene precisare, sono delle ipotesi. Si attendono comunicazioni ufficiali dalle autorità competenti per sapere quale sarà il futuro delle pensioni anticipate in Italia.