Per andare in pensione anticipata oggi, le vie di uscita sono legate principalmente a un cospicuo numero di contributi versati. Le pensioni anticipate ordinarie, le pensioni anticipate per i precoci e quelle di Quota 103 richiedono tutte carriere superiori ai 40 anni di versamenti.

In futuro, per uscire dal lavoro in anticipo rispetto all’età ordinaria della pensione di vecchiaia, sarà sempre necessario superare i 40 anni di contributi. Nel 2025 o al più nel biennio successivo, l’unica misura che potrebbe davvero entrare in vigore è la Quota 41 per tutti.

Le indiscrezioni e alcune dichiarazioni di noti esponenti politici lasciano presagire che questa sarà la soluzione che, se non supererà la riforma Fornero, quanto meno aiuterà ad alleggerire i duri requisiti previsti dalla legge del governo Monti del 2012.

Le pensioni anticipate oggi: ecco alcune soluzioni

Iniziamo dalle pensioni anticipate ordinarie, che consentono un pensionamento senza limiti di età per chi completa la seguente carriera contributiva:

  • 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di versamenti per le donne;
  • 35 anni effettivi senza figurativi da malattia o disoccupazione.

L’alternativa principale alla pensione anticipata ordinaria è la Quota 103, destinata alla generalità dei lavoratori senza distinzioni. In questo caso, ai contributi da versare si aggiunge anche un requisito anagrafico. Infatti, la Quota 103 nel 2024 si centra con:

  • 62 anni di età;
  • 41 anni di contributi versati;
  • 35 anni effettivi senza figurativi da malattia o disoccupazione.

A differenza delle misure ordinarie, la Quota 103 prevede dei limiti di importo della prestazione, calcolata esclusivamente con il sistema contributivo e che non può superare 4 volte il trattamento minimo, che nel 2024 è pari a circa 598 euro al mese.

La Quota 41 oggi è limitata: ecco come

Una misura che non prevede limiti di età, come le pensioni anticipate ordinarie, è la Quota 41 per i lavoratori precoci. Questa misura è destinata solo a caregiver, disoccupati, invalidi o addetti ai lavori gravosi.

Dal punto di vista dei requisiti, la misura prevede:

  • 41 anni di contributi versati;
  • 35 anni effettivi senza figurativi da malattia o disoccupazione;
  • un anno, anche discontinuo, di contributi versati prima dei 19 anni di età.

Ogni categoria di Quota 41 per i precoci ha requisiti ulteriori. I caregiver devono convivere con il parente stretto disabile grave da assistere da almeno 6 mesi. I disoccupati devono aver percepito interamente la Naspi spettante da almeno 3 mesi. Gli invalidi devono essere stati riconosciuti tali da una commissione medica ASL con un’invalidità non inferiore al 74%. Gli addetti alle mansioni gravose devono vantare un lavoro in questi settori da almeno 7 degli ultimi 10 anni, o da almeno 6 degli ultimi 7 anni.

Quota 41 per tutti e la pensione anticipata cambia pelle: ecco come nel 2025

Sempre di Quota 41 si parla per la possibile rivoluzione delle pensioni anticipate che il governo vorrebbe varare. In questo caso, però, non ci sarebbero limitazioni di platea. Da Quota 41 per i lavoratori precoci si passerebbe a Quota 41 per tutti. Per andare in pensione con questa ipotetica Quota 41 per tutti, serviranno:

  • 41 anni di contributi versati;
  • 35 anni effettivi senza figurativi da malattia o disoccupazione.

La misura dovrebbe seguire le regole di calcolo della Quota 103, ovvero una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Questa sorta di penalizzazione dell’assegno è necessaria per rendere la misura sostenibile per le casse dello Stato e flessibile come alternativa alla pensione anticipata ordinaria.

Il lavoratore può scegliere tra andare in pensione subito, perdendo una parte del trattamento, o continuare a lavorare per circa 2 anni. Questa scelta è difficile per chi, avendo oltre 18 anni di contributi prima del 1996, rischia di essere severamente penalizzato dalla Quota 41 per tutti.