“Le donne lo sanno, c’è poco da fare. C’è solo da mettersi in pari col cuore. Lo sanno da sempre, lo sanno comunque per prime. Le donne lo sanno che cosa ci vuole, le donne che sanno da dove si viene e sanno per qualche motivo che basta vedere“, canta Luciano Ligabue. Le donne, in effetti, sono in grado di destreggiasi bene negli ambiti più disparati. A partire dall’attività lavorativa fino ad arrivare alla faccende di casa, d’altronde, sono davvero tante le cose da fare.

Per questo motivo è più che normale che dopo tanti anni all’insegna del duro lavoro, il desiderio comune sia quello di poter andare finalmente in pensione. Proprio soffermandosi sulle lavoratrici si fa sempre più largo l’ipotesi della possibile introduzione di Quota 84. Ecco quali dovrebbero essere i requisiti richiesti per beneficiare di questa nuova opportunità.

I requisiti per andare in pensione nel 2023 con Opzione Donna

Attraverso la Legge di Bilancio 2023 il Governo guidato da Giorgia Meloni ha apportato dei cambiamenti a Opzione donna. Entrando nei dettagli, come si legge sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata:

“Prorogata per il 2023 Opzione donna con modifiche: in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Opzione donna è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.

Quota 84 è l’alternativa ad Opzione Donna per il 2024?

Opzione Donna scade a fine anno. Il governo pertanto è al lavoro per decidere se riconfermare tale misura oppure introdurne una nuova. Proprio in tale ambito si fa sempre più largo l’ipotesi di Quota 84. Quest’ultima prenderebbe il posto di Opzione Donna e permetterebbe alle lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro all’età di 64 anni. Il requisito anagrafico, quindi, risulterebbe più elevato.

Meno stringente, invece, il requisito contributivo, che scenderebbe dagli attuali 35 anni di contributi a 20 anni di contributi. Ma non solo, grazie a Quota 84 si stima che le lavoratrici potrebbero beneficiare di un assegno pensionistico più elevato rispetto a quello ottenuto attraverso Opzione Donna. Questo perché, andando in pensione ad un’età più avanzata si beneficerebbe di coefficienti di trasformazione più alti e pertanto di un importo della pensione più elevato. Quest’ultimo fermo restando l’importo massimo previsto di 1.500 euro, rivalutazione esclusa.

In attesa della Manovra 2024

A proposito di importo, il governo potrebbe decidere di modificare il requisito economico. In particolare potrebbe abbassare la soglia da 2,8 volte il valore dell’assegno sociale fino a quota 2. Quota 84, inoltre, potrebbe essere garantita a tutte le lavoratrice in possesso dei requisiti richiesti, pur non rientrando in nessuna della categorie ad oggi richieste da Opzione Donna.

Al momento comunque, è bene sottolineare, quota 84 per le lavoratrici è solo un’ipotesi. Diverse, d’altronde, sono le proposte in ballo. Il governo, pertanto, è al lavoro per fare le varie simulazioni e capire quale strada percorrere, senza gravare pesantemente sul bilancio pubblico. Più facile a dirsi che a farsi. Non resta quindi che attendere la Manovra 2024 e capire se l’esecutivo deciderà di prorogare Opzione Donna oppure rimpiazzarla con un’altra misura come Quota 84.