Viaggi, bollette, abbigliamento, medicinali, auto, sono solo alcune delle voci che l’Agenzia delle entrate potrà utilizzare con il nuovo redditometro per contestare un maggior reddito al contribuente rispetto a quello dichiarato. Tecnicamente si parla di accertamento sintetico del reddito.

Al di là dei tecnicismi ciò che certo è che l’Agenzia delle entrate potrà riutilizzare il redditometro. Si tratta di un ritorno in quanto, nel 2018 c’era stato lo stop a tale tipologia di accertamento, era stato abrogato il vecchio decreto attuativo in attesa di uno nuovo che tenesse conto di una diversa metodologia messa in piedi anche con l’intervento dell’Istat e delle delle associazioni dei consumatori.

Da qui, l’approvazione del DM 7 maggio 2024.

Il redditometro

Quando si parla di redditometro, ex art.38 c.5 del DPR 600/1973,  si fa riferimento alla possibilità riconosciuta al Fisco di rideterminare il reddito del contribuente sulla base delle spese sostenute nel corso del periodo d’imposta. Rifacendosi ai dati presenti in Anagrafe tributaria. E ora anche ai dati della fatturazione elettronica.

Si parte da una presunzione legale in base alla quale le spese nell’anno X sostenute si ritengono sostenute con i redditi percepiti nello stesso anno.

Tuttavia, il contribuente ha la possibilità di dimostrare che quanto speso è stato finanziato con:

  • altri mezzi;
  • redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta;
  • redditi non imponibili.

La determinazione sintetica del reddito, inoltre, può essere fondata su specifici elementi indicativi di capacità contributiva, differenziati in funzione del nucleo familiare e dell’area territoriale di appartenenza. Anche in questo caso, il contribuente può fornire la prova contraria.

Redditometro. Bollette, auto e viaggi, ecco cosa controllerà il Fisco (nuovo decreto MEF)

Come detto in apertura, dal 2018 il redditometro era stato sospeso. Infatti, la sospensione era stata disposta con l’articolo 10 del Dl 87/2018. Decreto che ha abrogato il precedente provvedimento (Dm 16 settembre 2015), con effetto dagli accertamenti riferiti al periodo d’imposta 2016.

Ora invece si riparte con il grande fratello del Fisco che passerà al microscopio quasi tutte le spese sostenute dai contribuenti nel corso dell’anno. Ecco perché il redditometro fa paura ai contribuenti.

Viaggi, ristoranti, auto, bollette, alimentari, bollo auto, mutuo, assicurazione auto, acquisto di immobili. Insomma il Fisco passerà al setaccio tutte le spese sostenute dal contribuente. Anche l’acquisto di una nuovo auto può essere segnale di un maggio reddito. Naturalmente diversa è l’ipotesi di acquisto con finanziamento. In tale caso non c’è una manifestazione diretta di ricchezza. Semmai c’è un utilizzo di mezzi di terzi. L’importo della rata mensile però potrebbe incidere.

Rileveranno non solo le spese sostenute dal contribuente ma quelle del coniuge e dei familiari fiscalmente a carico. 

Nel nuovo decreto viene spiegato che il Fisco nella ricostruzione del reddito non dichiarato potrà anche tenere conto di spese diverse da quelle espressamente individuate nel provvedimento. Si terrà conto anche dei risparmi inutilizzati ossia non destinata a  consumi, investimenti e altre spese.

Non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa o all’esercizio di arti e professioni: sempre che tale circostanza risulti da idonea documentazione.

Alcune spese individuate con l’ausilio dell’ISTAT

I dati utilizzati ai fini del redditometro si riferiscono principalmente a:  consumi, investimenti, risparmio e spese per trasferimenti.

Attenzione però, non sempre sarà possibile determinare la spesa effettivamente sostenuta dal contribuente. In tali casi (alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, trasporti; ecc.) verranno utilizzati i dati messi a disposizione dall’ISTAT.

In particolare, per i beni e servizi che vengono considerati essenziali per la vita quotidiana, si considera l’ammontare individuato dall’ISTAT quale spesa minima necessaria per posizionarsi al limite della soglia di povertà assoluta.

Tale soglia varia in base alla:

  • dimensione della famiglia;
  • sua composizione per età;
  • ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza rilevata dai risultati dell’indagine sulle spese delle famiglie dell’Istituto nazionale di statistica.

In ogni caso l’ammontare delle spese risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria o acquisite in sede di contraddittorio con il contribuente si considera sempre prevalente rispetto ai calcoli effettuati sulla base del decreto.

Garantito il contraddittorio preventivo

Il contribuente attenzionato dal redditometro può comunque difendersi prima dell’emissione dell’atto di accertamento.

Infatti, valgono a ogni modo le disposizioni di tutela in favore del contribuente in materia di contraddittorio preventivo. Da coordinare con le disposizioni in materia di accertamento con adesione. Insomma il contribuente avrà la possibilità di far valere le proprie ragioni.

A ogni modo, l’utilizzo dell’accertamento sintetico è ammesso a condizione che il reddito complessivo accertabile ecceda di almeno 1/5 quello dichiarato.

Riassumendo…

  • Riparte il c.d. redditometro;
  • sulla base delle spese sostenute il Fisco potrà contestare al contribuente un maggior reddito;
  • il Fisco passerà al setaccio tutte le spese sostenute dal contribuente;
  • il nuovo redditometro dovrebbe riguardare i periodo d’imposta 2018,  in avanti (quelli per i quai l’attività di accertamento non è decaduta).