Gli avvocati chiedono che venga loro riconosciuta l’esclusività nella rappresentanza del contribuente nel processo tributario. In altri termini vogliono essere gli unici a cui il contribuente dovrebbe rivolgersi in caso di ricorso contro una cartella di pagamento (o altro). Chiedono, quindi, che ne siano escluse altre categorie di professionisti, tra cui i commercialisti.

La cosa non ha lasciato indifferenti questa seconda categoria. Che ha fatto immediatamente comprendere, invece, il proprio disappunto e la propria posizione sulla questione.

Come noto, oggi, il cittadino che riceve una cartella di pagamento con cui il fisco contesta, ad esempio, l’omesso pagamento di imposte o l’omessa presentazione di una dichiarazione redditi, è libero di scegliere se fare ricorso o meno.

In questa scelta egli è anche libero di decidere se farsi assistere da un avvocato o da un commercialista/tributarista.

Ricorsi cartelle di pagamento, i commercialisti rivendicano anni di lavoro

In una nota congiunta delle principali associazioni di commercialisti, si punta il dito contro questa proposta delle rappresentanze della professione forense.

Non si vede, in tutta franchezza, con quale fine se non quello del tentativo di conquistare un ambito di esclusiva laddove il cittadino, contribuente, è oggi libero di scegliere.

Come Associazioni dei Dottori Commercialisti intendiamo rivendicare a gran voce, unitariamente e con forza, la competenza della categoria in ambito fiscale. Circostanza da cui deriva l’inviolabile diritto di rimanere, a pieno titolo, difensori nel relativo processo.

Queste alcune delle parole scritte nella nota.

Espresso anche il rammarico per il fatto che in questo modo gli avvocati negano palesemente decenni di collaborazione tra le due professioni.