Il CNDCEC (Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) accoglie con apprezzamento le bozze in circolazione della legge delega per la riforma fiscale del sistema italiano. Allo stesso tempo si dice pronto a collaborare e a fornire il contributo della categoria dove necessario.

Il testo al quale sta lavorando il governo può rappresentare un’occasione storica per il riordino complessivo della normativa tributaria del nostro Paese, ad oltre cinquant’anni ormai dall’ultimo intervento organico in questo ambito. Apprezziamo lo spirito con cui sono state accolte molte delle proposte da noi avanzate in settimane di fattiva e costante interlocuzione con l’esecutivo e in particolare con il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo.

Con queste parole afferma tutto la propria soddisfazione ed il proprio pensiero il presidente nazionale della professione commercialisti, Elbano De Nuccio.

Riforma fiscale, bene le tre aliquote IRPEF

Da quanto si evince dal comunicato stampa del CNDCEC, un particolare plauso viene espresso dalla professione alle annunciate misure, fra le altre, quelle relative alla rimodulazione delle curva delle aliquote IRPEF.

La bozza della riforma fiscale, prevede la riduzione di dette aliquote (e degli scaglioni) dalle attuali quattro a tre. A questo, proposito, ricordiamo, che le aliquote IRPEF sono già state oggetto di rimodulazione. Attualmente, quindi, senza considerare ciò che ne sarà con la riforma fiscale, sono queste:

  • 23% – fino a 15.000 euro
  • 25% – oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro
  • 35% – oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro
  • 43% – oltre 50.000 euro.

Prima ancora, gli scaglioni erano cinque, ossia:

  • 23% – fino a 15.000 euro
  • 27% – oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro
  • 38% – oltre i 28.000 euro e fino a 55.000 euro
  • 41% – oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro
  • 43% – oltre 75.000 euro.

Non solo tre aliquote IRPEF

Con la riforma fiscale le aliquote adesso passerebbero a tre. Al riguardo però sono ancora allo studio le diverse ipotesi. Una di queste prevedrebbe un’aliquota al 23% per i redditi fino a 15.000 euro (quindi, come oggi).

Poi un’aliquota del 27% per reddito oltre 15.000 euro e fino a 50.000 euro. Infine, l’aliquota a 43% per redditi oltre 50.000 euro.

Verrebbero, dunque, accorpati gli attuali secondo e terzo scaglione, e l’aliquota sarebbe intermedia (ossia al 27%).

Ad ogni modo, come detto, i commercialisti si dichiarano pronti a collaborare e mostrano apprezzamento non solo per la rimodulazione di queste aliquote ma anche per le altre misure presenti nella bozza della riforma. Come ad esempio, la razionalizzazione delle tax expenditures, il progressivo superamento dell’Irap, lo sfoltimento dei tributi minori, il riordino della disciplina Iva, la valorizzazione dello Statuto dei diritti del contribuente e la semplificazione degli adempimenti tributari.