“Ampliare lo scaglione della prima aliquota”. E’ questo uno degli obiettivi della riforma fiscale secondo il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. La progressività continuativa non è la strada da seguire”. L’obiettivo è “stimolare la crescita e detassare il reddito aggiuntivo”. Queste le dichiarazioni riportate sul sito Ansa.it.

La riforma fiscale potrà essere la vera occasione per ridurre il c.d. cuneo fiscale e permettere ai lavoratori dipendenti di avere un netto in busta paga più alto; L’obiettivo potrà essere raggiunto attraverso tre strumenti indicati nella legge delega: riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 (per tutti, non solo dipendenti e pensionati); ampliamento del primo scaglione reddituale (quello con l’aliquota più bassa); introduzione della flat tax anche per i lavoratori dipendenti.

Vediamo nello specifico come potrebbero essere attuate le novità sulla tassazione Irpef.

La riforma dell’Irpef per i lavoratori dipendenti e i pensionati: riduzione aliquote e ampliamento 1° scaglione

La prima modifica apportata dalla riforma fiscale, potrebbe essere la riduzione delle aliquote: si dovrebbe passare da 4 a 3 aliquote; dunque la riforma andrebbe a riprendere il precedente intervento della Legge n°234/2021, Legge di bilancio 2022 che ha portato le aliquota da 5 a 4.

Prima della legge citata, le aliquote erano le seguenti:

  • 23% – per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 27% – oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
  • 38% – oltre i 28.000 euro e fino a 55.000 euro;
  • 41% – oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro;
  • 43% – oltre 75.000 euro.

Le attuali aliquote invece sono così articolate: 23% – fino a 15.000 euro; 25% – oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro; 35% – oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro; 43% – oltre 50.000 euro.

Con la riforma fiscale, le aliquote potrebbero essere ridotte a tre: 23%; 33%; 43%.

Con la riforma si vorrebbe portare il primo scaglione reddituale, quello con aliquota Irpef al 23%, da 15.000 euro a 25.000 euro; si tratterebbe di un bel balzo in avanti che farebbe risparmiare soprattuto lavoratori dipendenti e pensionati.

La flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti

Con la riforma potrebbe essere introdotta una flat tax incrementale anche per i lavoratori dipendenti; sulla scia di quanto già previsto per imprenditori e professionisti non in regime forfettario.

La flat tax per i lavoratori dipendenti, dovrebbe applicarsi sul reddito prodotto in più nell’anno N+1 rispetto a quello del precedente periodo d’imposta, anno N. L’attuale flat tax invece parte sempre dal reddito prodotto in un determinato periodo d’imposta al quale va sottratto il reddito più alto conseguito nel triennio precedente; da qui, sull’importo ottenuto, ridotto del 5% del reddito maggiore dei tre anni precedenti, si applica la flat tax del 15%.

La flat tax consentirebbe ai lavoratori dipendenti di risparmiare sulle imposte da versare allo Stato.

A ogni modo, per conoscere nello specifico l’effettiva portata della prossima flat tax incrementale si dovranno attendere i decreti legislativi che daranno vita alla riforma fiscale; decreti che dovranno essere approvati entro 24 mesi dall’entrate in vigore delle legge delega al Governo per l’attuazione della riforma fiscale.