Per la riforma pensioni dal 2022 con la flessibilità in uscita, questo significa poter davvero smettere di lavorare quando si vuole? La risposta è chiaramente negativa. Altrimenti nel lungo periodo lo Stato italiano non avrebbe più le risorse per pagare puntualmente le pensioni. Ma anche le prestazioni assistenziali a tutti i legittimi beneficiari.

Per la riforma pensioni dal 2022 con la flessibilità in uscita, infatti, anche per il prossimo anno il ritiro dal lavoro sarà condizionato. Al rispetto di determinati requisiti. Ovverosia, il requisito dell’età pensionabile per l’anticipata.

Oppure il requisito dell’anzianità contributiva. Oppure entrambi i requisiti da rispettare.

Riforma pensioni 2022 con flessibilità, significa poter smettere di lavorare quando si vuole?

La partita, da qui a fine anno in vista dell’approvazione della legge di Stabilità, si gioca proprio sul mantenimento. O sulla variazione dei requisiti vigenti. Per esempio, attualmente è possibile andare in pensione con 62 anni di età. E con 38 anni di contributi versati. Questo, in particolare, grazie alla Quota 100 che, pur tuttavia, è in scadenza alla fine del corrente anno.

Sulla riforma pensioni 2022 con flessibilità, pure per altre misure di pensionamento anticipato, come per esempio Opzione Donna, non è possibile ritirarsi dal lavoro quando si vuole. Nella fattispecie, le lavoratrici dipendenti devono aver compiuto il 58esimo anno di età. Inoltre, si sale a 59 anni di età per le lavoratrici autonome. Con il requisito dei 35 anni di contributi versati. In entrambi i casi a patto che i requisiti siano stati maturati alla data del 31 dicembre del 2020. In vista della riforma pensioni 2022 con la flessibilità in uscita, le attese sono proprio per la proroga di Opzione Donna. Almeno per un altro anno.

Cosa attendersi per la flessibilità in uscita dal prossimo anno

In base all’orientamento del Governo italiano, per la riforma pensioni dal 2022 con la flessibilità dal prossimo anno, l’obiettivo primario è quello di garantire maggiori tutele per i lavoratori che svolgono mansioni gravose e usuranti.

Con l’attuale Ape Social che dovrebbe essere esteso e rafforzato. Anche come misura sostitutiva o comunque alternativa alla Quota 100 per il ritiro anticipato dal lavoro.