Aumenteranno le possibilità di poter andare in pensione nel 2024? La quota 103 resterà ancora in vigore anche l’anno venturo? Pensioni flessibili a 62 anni oppure quota 41 per tutti o quota 96 saranno varate? Parlare di dubbi per quanto riguarda la riforma delle pensioni non è certo qualcosa di strano perché davvero tanti sono i lavoratori che si chiedono cosa fare nel 2024 per poter andare in pensione. A prescindere da cosa farà il Governo e quindi dalle misure che varerà, prorogherà o cancellerà dal sistema, i lavoratori oggi sono chiamati a mettere a posto la loro situazione contributiva.

In modo tale da trovarsi pronti l’hanno venturo per eventuali pensionamenti di cui oggi non c’è traccia.

Oggi infatti nel nostro approfondimento non rispondiamo ad un quesito singolo di un nostro lettore ma cerchiamo di approfondire il tutto suggerendo a quanti si chiedono cosa fare e come fare per andare in pensione nel 2024, gli accorgimenti che possono tornare utili.

Riforma pensioni 2024, meglio prepararsi bene. Ecco cosa fare oggi per la pensione di domani

Andare in pensione non si improvvisa anzi bisogna prepararsi. Può sembrare una cosa strana da dire ma è la pura realtà. Il 2024 potrebbe essere un anno ricco di novità previdenziali. Diciamo che potrebbe essere un anno così, perché la sicurezza si avrà solo con la legge di Bilancio varata. Eppure potrebbe davvero accadere che il sistema previdenziale venga modificato. Magari verrà dotato di alcune nuove misure che oggi non esistono e che potrebbero permettere ai lavoratori di uscire dal lavoro a 62 anni e dai 20 di contributi. Oppure a 60 anni con la quota 96 e 35 anni anni di contributi. E ancora, senza limiti di età con quota 41 per tutti.

Queste alcune nuove misure che sembrano in lavorazione. Almeno stando alle ultime ipotesi che si fanno. Ma può essere anche che il Governo vada a prorogare semplicemente alcune misure in scadenza.

E allora, anche il 2024 potrebbe consentire il pensionamento a partire dai 62 anni con 41 anni di contributi come oggi consente la quota 103. O magari a 60 anni e 35 di contributi con Opzione donna. O ancora a 63 anni con l’Ape sociale.

Perché richiedere l’Ecocert INPS può servire per avere il quadro completo della situazione

Intanto il consiglio è di farsi calcolare precisamente l’ammontare dei contributi accumulati nell’estratto conto. Perché è importante capire con precisione assoluta quanti sono gli anni di contributi che si hanno. Meglio se espressi in settimane, come nella stragrande maggioranza dei casi sono riportati i contributi negli estratti conto. Passando dall’Ecocert Inps, che è la versione di estratto conto certificativo per un pensionato, cioè quella definitiva. E dove ci sono tutti i contributi effettivamente versati e utili per la pensione di un lavoratore alla data di richiesta di questa certificazione stessa. Il controllo si rende necessario ed importante anche per un altro aspetto.

Infatti solo in questo modo si può verificare se ci sono degli anni di contribuzione effettivamente versati ma non considerati dall’INPS. Ci possono essere i contributi che un datore di lavoro non ha mai versato. Periodi che non si trovano nell’estratto conto. In questo caso un lavoratore può credere di avere un determinato numero di anni di contributi e invece non li ha. Partire già con il riscattare contributi, magari per il corso di laurea o per il servizio militare può essere anche un’altra cosa da fare per trovarsi nel 2024 con la giusta carriera contributiva utile a una delle misure che potrebbe usare.