Il riscatto dei contributi è uno strumento che acquista rilevanza ogni volta che i legislatori introducono novità o modificano disposizioni esistenti. Due sono le principali ragioni per cui spingono un lavoratore a scegliere questa opzione: da un lato, la volontà di anticipare l’età pensionabile raggiungendo prima la necessaria anzianità contributiva; dall’altro, l’intento di ottenere una pensione più elevata rispetto a quella che si percepirebbe con i contributi già accumulati.

Tra le opzioni più popolari figura il riscatto del periodo di studi universitari, particolarmente attraente grazie alla versione agevolata di questa misura, ovvero un riscatto a costi ridotti.

Tuttavia, è importante esaminare i pro ei contro del riscatto dei contributi per valutare chi effettivamente trae vantaggio da questa possibilità e chi no.

“Buonasera, sono un lettore affezionato e vorrei sapere quale riscatto conviene per i miei 5 anni di studio universitario, dal 1998 al 2002. Sono ancora lontano dalla pensione, ma lavoro ininterrottamente dal 2003 e vorrei aumentare il mio montante contributivo per raggiungere prima i 30 anni di contributo, sfruttando il riscatto agevolato che, mi dicono, ha un costo contenuto Secondo voi, mi conviene procedere ora con il riscatto o attendere ancora qualche anno?”

Riscattare i contributi: vantaggi e svantaggi

Il riscatto dei contributi è un’operazione costosa e a carico del lavoratore, e si aggiorna annualmente in base al tasso di pagamento. Ciò significa che non solo le pensioni, i trattamenti e le indennità erogate dall’INPS subiscono un aumento, ma anche gli oneri per il riscatto, incluso quello della laurea, anche in forma agevolata, risultano meno accessibili. È importante ricordare che il riscatto universitario può essere effettuato solo da chi ha effettivamente conseguito una laurea e se è limitata a un massimo di 5 anni.

Riscatto agevolato o ordinario: regole, differenze e suggerimenti

Per beneficiario del riscatto agevolato nel 2024, un contributore deve spendere circa 6.100 euro per anno di studio riscattato.

Mentre nel 2023 il costo era di 5.776 euro. Questo sistema è stato introdotto per ridurre le spese per i periodi di studio inclusi nel regime contributivo post-1995. Per gli anni precedenti, invece, il riscatto deve avvenire secondo le regole ordinarie, con costi variabili basati sulle ultime retribuzioni percepite.

Come si calcola l’onere del riscatto e il suo impatto sulla pensione

Il riscatto della laurea, introdotto nel 1997, può determinare un trattamento previdenziale più favorevole e permettere un pensionamento anticipato per chi si avvicina all’età pensionabile senza aver raggiunto i requisiti necessari. Il calcolo dell’onere per il riscatto si basa sul reddito medio percepito nei dodici mesi precedenti la domanda, moltiplicato per l’aliquota contributiva del 33%. Per il riscatto agevolato, il costo è fisso, mentre per quello ordinario varia in funzione della retribuzione e della riserva matematica, influenzando così l’onere annuale.

Tutti i pro ei contro del riscatto dei contributi per la laurea

Molti lavoratori optano per riscattare gli anni di studio universitario non appena iniziano a lavorare. Beneficiando così di un salario iniziale più basso e della possibilità di pagamento rateale. Questa scelta è particolarmente vantaggiosa per chi si avvicina alla pensione. E necessita di completare il pagamento entro i dati di presentazione della domanda di pensione. Il riscatto offre anche benefici fiscali notevoli: i costi sostenuti nell’anno fiscale precedente  è possibile detrarli nel 730 al 19% se il riscatto riguarda un soggetto a carico. O una deduzione del 100% se il riscatto riguarda il dichiarante. Per esempio, riscattare un anno di università con un costo di 6.100 euro può risultare in una detrazione di 1.159 euro. O in una detrazione completa, riducendo significativamente l’imponibile su cui calcolare l’IRPEF.