Il riscatto laurea è sempre un onere non indifferente a carico del lavoratore. Sia che avvenga con il metodo ordinario che con quello agevolato, si tratta sempre di spese difficili da sostenere, soprattutto se non si ha ancora trovato occupazione.

Una volta, però, conveniva riscattare gli anni di studio all’università subito dopo la laurea. La base di calcolo era infatti determinata dalla retribuzione e dal tempo trascorso dal periodo di studi, secondo le regole del riscatto ordinario.

Oggi, con riscatto laurea agevolato, però, si risparmia molto rispetto al passato.

La misura, estesa anche agli over 45 (circolare Inps n.106 dello scorso 25 luglio 2019), prevede uno sconto sui contributi da versare nel sistema contributivo. Quindi risparmi di spesa per il contribuente che, in alcuni casi, raggiungono anche il 75% rispetto al sistema ordinario.

Riscatto laurea, quando costa

Ma come funziona esattamente il riscatto laurea agevolato? In buona sostanza, chi ha frequentato i corsi universitari dopo il 31 dicembre 1995 e ha conseguito la laurea può beneficiare di un sistema di calcolo più agevolato di calcolo.

Quindi possiamo comodamente affermare che chi si laurea oggi, può riscattare gli anni di studio comodamente con il riscatto laurea agevolato. I contributi riscattati finiscono in ogni caso nel sistema contributivo della futura pensione.

Anche in assenza di occupazione o in presenza di una retribuzione bassa come primo impiego, il costo è molto conveniente. I contributi previdenziali versati sono infatti interamente deducibili dal reddito. Quindi si abbattono notevolmente le tasse.

Il metodo di calcolo

Il riscatto di laurea agevolato costa 5.264,49 euro per ogni anno di studio per un massimo di 26.322 euro. Tale importo non è fisso, ma è determinato in base al minimale contributivo degli artigiani e commercianti che viene aggiornato ogni anno.

Possono essere riscattati al massimo gli anni di studio universitari fino alla laurea, anche in maniera frazionata e con pagamento a rate.

Ma perché conviene non aspettare troppo per riscattare i contributi?

Ebbene, a conti fatti, più sale la retribuzione annua, minore sarà l’impatto delle deduzioni ai fini Irpef e quindi le tasse da pagare. Ad esempio, a fronte di uno stipendio annuo di 25 mila euro, l’impatto della deduzione sarebbe di 1/5 circa. Se lo stipendio raddoppiasse, l’impatto sarebbe 1/10.