“Gentili esperti di Investire Oggi, sono un contribuente a cui l’Agenzia delle Entrate aveva accettato la domanda di definizione agevolata delle cartelle esattoriali. Domanda che ho presentato a giugno. Mi avevano approvato il piano di dilazione a 18 rate come da me richiesto. Un piano con rate da 400 euro per le prime due e da 200 per le restanti 16. Purtroppo però non ho pagato la rata in scadenza il 31 ottobre. Me ne sono reso conto solo oggi, 10 novembre. Volevo sapere da voi se potevo ancora provvedere a pagare la rata o se ormai è troppo tardi.

Purtroppo è stata una mia assoluta dimenticanza e adesso non vorrei dovermene pentire. Grazie mille per la vostra pazienza e per la vostra eventuale risposta. Suggeritemi cosa fare adesso.”

Rottamazione cartelle: cosa può fare chi non ha pagato la prima rata del 31 ottobre

La rottamazione delle cartelle 2023 è scaduta come possibilità di inoltrare domanda. Infatti dopo che fu approvata la proroga rispetto alla scadenza originaria del 30 aprile, la possibilità di presentare l’istanza è scaduta il 30 giugno 2023. La rottamazione si chiama quater perché è la quarta versione di sanatoria che negli ultimi anni ha fatto capolino.

Rispetto ai precedenti piani di sanatoria, la rottamazione quater è nata subito molto più rigida dal punto di vista delle scadenze. Infatti le date di pagamento del piano di rientro, sia rateale che in soluzione unica, sono improrogabili. L’unica eccezione è stata la concessione di cinque giorni di tolleranza per ogni scadenza.

In pratica la prima rata che scadeva il 31 ottobre 2023, andava pagata al massimo entro il 6 novembre. Così come la rata che scade il 30 novembre prossimo andrebbe pagata al massimo entro il 5 dicembre. E così si continua per tutte le altre rate in scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio ed il 30 novembre degli anni 2024, 2025, 2026 e 2027.

Decadenza dalla rottamazione quater, ecco perché è facile incorrere

Non pagare anche solo una delle rate entro la scadenza dei 5 giorni di tolleranza, porta in dote un effetto tremendo per quanto riguarda la sanatoria.

Infatti si finisce nella cosiddetta decadenza dal beneficio. In altri termini, chi non paga anche solo una delle rate della rottamazione quater, non ha più diritto ai vantaggi della sanatoria. Si tratta dello sconto su sanzioni e interessi che la rottamazione quater ha offerto.

Il nostro lettore, pertanto, ha perso il diritto alla rottamazione. Il suo debito, che dopo la rottamazione sicuramente è sceso rispetto a quello originario, torna come prima. Per la rottamazione non c’è soluzione, e nulla può essere fatto nel momento in cui si incorre nella decadenza per omesso versamento delle rate. Anche per i contribuenti che hanno pagato per tempo la prima rata di ottobre, ma non riusciranno a pagare quella di fine novembre, ciò che hanno versato sarà considerato un acconto sul pagamento del debito totale. Che, come detto, torna quello originario.

Le rate normali sono l’unica soluzione per chi si trova decaduto dalla sanatoria delle cartelle

L’unica possibilità per chi vuole comunque mettersi in regola con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e con le cartelle esattoriali è la rateizzazione ordinaria. Anche il nostro lettore potrà richiederla, dal momento che è una facoltà di ogni contribuente richiedere un piano di rientro a rate all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

In questo caso però non ci saranno sconti, perché il debito da rateizzare con la via ordinaria è quello comprensivo di aggi, sanzioni e interessi. L’unico vantaggio sarebbe la durata della rateizzazione. Infatti si possono ottenere fino a 72 rate mensili (6 anni) o addirittura 120 rate (10 anni) per chi ha conclamate situazioni precarie dal punto di vista finanziario e reddituale.