“Non mi è chiaro se in questa vita sto pagando i debiti di quella precedente o sto versando un anticipo per la prossima“, afferma Mafalda, personaggio immaginario inventato da Quino. In effetti sono tante le persone che, purtroppo, si ritrovano a dover fare i conti con una vera e propria montagna di debiti che difficilmente riescono a smaltire.

A peggiorare la situazione, poi, tutta una serie di eventi negativi, come l’aumento dei prezzi, che riducono il nostro potere di acquisto.

Fronteggiare le varie spese è sempre più complicato e molte famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese. Per questo motivo il Governo Meloni ha deciso di venire incontro alle esigenze dei contribuenti con una nuova tregua fiscale.

Sanatoria con mini sanzione al 3%: le tempistiche

Grazie alla Legge di Bilancio 2023 il Governo ha reso noti i termini in cui verrà applicata la nuova pace fiscale. Come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è “Prevista una mini sanzione del 3% sui debiti del biennio 2019-2020“. Proprio soffermandosi su quest’ultima l’Agenzia delle Entrate ha fornito appositi chiarimenti grazie alla circolare numero 1/E del 13 gennaio 2023.

Entrando nei dettagli i contribuenti interessati potranno definire in modo agevolato gli oneri a loro carico, derivati da controlli automatizzati. Questo avviene pagando una sanzione ridotta al 3%, mentre imposte, contributi previdenziali, interessi e somme aggiuntive vengono pagati per intero.

Per quanto riguarda le tempistiche, inoltre, l’ente spiega che per poter beneficiare di tale sanatoria il pagamento in un’unica soluzione deve essere effettuato entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione. Massimo 90 giorni se l’invio avviene in modo telematico. Se, invece, si decide di optare per il pagamento a rate, la prima deve essere versata entro i termini poc’anzi citati. Le rate successive, invece, “devono essere versate entro l’ultimo giorno di ciascun trimestre successivo, con i relativi interessi”.

Il calcolo fai da te che anticipa l’importo da pagare

Al fine di rendere più chiara l’applicazione della mini sanzione al 3%, l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni esempi di calcolo.

L’esempio numero uno riguarda un contribuente che riceve una comunicazione in merito a una imposta non versata pari a 100 euro e a un versamento tardivo pari a 400 euro. Tale comunicazione è stata inviata attraverso la posta elettronica certificata il 19 dicembre 2022.

Ebbene, “l‘importo totale richiesto con la comunicazione, comprensivo di sanzioni calcolate al 10 per cento, è pari a euro 171“. Aderendo alla definizione agevolata e ricalcolando le sanzioni al 3%, però, si ottiene tre euro di sanzioni per l’imposta non versata e 12 euro per il versamento tardivo. Alla fine della fiera il nuovo totale da pagare è pari a 136 euro.

È possibile beneficiare della definizione agevolata con sanzione al 3% anche per somme dovute in seguito al controllo automatizzato delle dichiarazioni il cui pagamento rateale è ancora in corso alla data del 1° gennaio 2023. In tale circostanza il calcolo è un pochino più complesso. Questo perché si deve innanzitutto vedere quante rate sono state pagate alla data del 31 dicembre 2022 e stabilire l’importo del debito residuo al 1° gennaio 2023.

“Per differenza tra l’importo richiesto con la comunicazione e l’importo versato entro il 31 dicembre 2022 si ottiene l’importo residuo, rispetto al quale devono essere rideterminate le sanzioni nella misura del 3 per cento”, si legge sempre nella circolare pubblicata dall’Agenzia delle Entrate. Il debito residuo, con applicazione delle sanzioni al 3%, quindi, dovrà essere suddiviso per il numero restante di rate da pagare.